la Luna nuova

Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni 

 

 

La buca delle lettere

Raccolta delle lettere pubblicate sul periodico

 

 

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la Luna nuova  -  Luglio 2001


 

 

Leggendo l’ultimo numero del v/s giornalino ho notato che come al solito qualcuno continua a "sparare" sul mio paese Costrignano.

Siete convinti forse che chi legge LA LUNA (specie all’estero) sia contento della bella pubblicità che fate alle NOSTRE zone e al NOSTRO comune?

Criticare sempre una frazione o un lavoro fatto dal comune agli occhi della gente " di fuori" non da una buona immagine ma anzi ci ridicolizza.

Un Giornalino che si dichiara indipendente di attualità, cultura e solidarietà dovrebbe: come attualità parlare delle cose che succedono in tutto il comune sia positive che negative ma più che altro importanti.

Come cultura va bene così. Come solidarietà non deve esistere solo quella per il terzo mondo ma anche quella fra i vari paesi che secondo me è altrettanto importante.

Su cinque frazioni più il paese Comune una sola si permette sempre di criticare le altre e mai viceversa! Come mai? La gente di questa frazione o di chi parla per lei è così sicura che nel suo interno vada tutto così bene?

Se leggete la lettera riportata a pagina 9 del Sig. Luciano di Boccassuolo capirete quali sono veramente le cose che interessa leggere a chi vive lontano dal proprio paese.

Il Sig. Luciano ha ragione! Deve essere fiero di essere un Boccassuolese!

Ciao,

 

Giancarlone di Costrignano

 

 

 

 

 

Alla cortese att.ne della Redazione "La Luna Nuova", Romano dal "Paese delle Meraviglie".

Ahimè! Anche nel 2001 siamo capitati nell’oramai famoso "libro nero" del famigerato (f.c.) famoso cronista del simpatico giornalino locale, che è la Luna nuova.

Come Amministratore del Comune di Palagano, ma soprattutto come abitante del "Paese delle meraviglie" mi sento giustamente chiamato in causa sulle malefatte successe in questa frazione e quindi vorrei cercare di spiegare quello che è successo:

1) Aratura del campo sportivo. Dopo una serie di lamentele da parte di giocatori locali e non, del tipo: il campo non assorbiva più acqua, non cresceva più erba, il terreno era pieno di buche e quindi ingiocabile, le porte non erano più regolamentari ecc. ecc. io assieme alla Polisportiva locale, decidemmo di provare a riseminare questo terreno. Però, pagando la nostra inesperienza, ci siamo ritrovati ad avere un lavoro sulle spalle che sicuramente era ed è, più complicato di quanto noi pensassimo, e qui devo dare atto al Sig. (f.c.) che effettivamente è stata una decisione, da parte nostra, un poco, affrettata. Chiedo, comunque, ufficialmente scusa a tutta la popolazione del comune per il disagio che abbiamo creato, con l’impegno che a partire dalla primavera di quest’anno, riprenderemo i lavori di sistemazione, e con l’aiuto di tutti coloro che tengono a quest’area riusciremo a risistemare tutto!

2) La fontana dell’acqua che non c’è. Su questo punto potrei dire che l’acqua c’è, ma non essendo potabile l’A.C. ha pensato di lasciarla chiusa fino a chè non sarà possibile renderla tale da poter essere usata anche per uso domestico. L’ Amministratore Comunale assieme all’U.T. sta lavorando per poter recuperare fondi necessari in modo da rimettere in funzione anche questa fontana.

3) Il campetto fantasma. Caro (f.c.) il campo polivalente non è detto che sia fantasma perchè tu non lo vedi, l’unico terreno disponibile era sotto il campo sportivo, proprietà della Curia, la quale ha dato disponibilità, per poter costruire questa struttura. In altre frazioni, invece, la fortuna è stata che la disponibilità di questi terreni era vicino alla strada principale e quindi visibile.

Comunque spero, caro (f.c.) che tu essendo sicuramente uno sportivo, non ti farai dei problemi a fare qualche metro fuori dalla provinciale per poter raggiungere questa struttura, che per altro è anche molto bella!

Ne approffitto per dire che chiunque volesse usare il campo per giocare a tennis, potrà chiedere le chiavi ai ragazzi della Polisportiva, che lo ha in gestione.

4) La Chiesa inagibile. Per quanto riguarda il tuo appunto sulla Chiesa, devo dirti che purtroppo contro le forze della natura nessuno può farci niente e quindi essendo stati colpiti da questa calamità non possiamo fare altro che ringraziare i paesi limitrofi che sicuramente, come dici tu, ci offriranno la loro ospitlità presso i propri luoghi di culto, anche se devo dire che da quando è avvenuto il terremoto, e da qui l’inagibilità della nostra bella Chiesa, la popolazione si è riunita tutta e con molto spirito di adattamento, ha continuato, assieme al parroco e al nostro diacono, a svolgere le funzioni religiose della domenica in un capannone della nostra zona Artigianale. Non sarà certo come celebrare in una bella Chiesa (con o senza campanile) ma è pur sempre un luogo caldo e al riparo dalla pioggia e dalla neve. Pensa se un capannone come quello usato per la messa nel "Paese delle meraviglie" lo avessero in Africa o in Madagascar?

Caro (f.c.) su molti punti hai tutte le ragioni, ma su altri forse, era meglio che riflettessi un poco di più con la tua acutezza nel mettere sempre in luce nuovi problemi (magari meno nel cercare di risolverli) avresti potuto mettere in luce fatti anche più importanti come ad esempio il problema di una possibile chiusura dell’A.V.A P. per carenza di volontari. Le passate riunioni hanno messo in evidenza, infatti, il minimo interessamento da parte di alcune frazioni a questo problema. Spero comunque che sia argomento di cui avrai modo di scrivere in altri tuoi "interessanti articoli" nelle prossime edizioni della Luna nuova. Scusandomi con la redazione per la lunga lettera auguro a (f.c.) e a voi tutti un felice 2001.

 

Caminati Romano

 

 

 

 

 

Messere Carponibus

 

Viveva un tempo, nella valle del Dragone, e precisamente nella Contea di Rancidoro, Messere Carponibus, uomo colto e autorevole, attento conoscitore e scrittore di storia e cronache locali, bramoso di fama e notorietà, che passava il suo tempo libero ( e spesso anche quello degli altri) in cerca di Fate e Gnomi che, si diceva, popolavano quella valle incantata.

Mentre giungeva al termine l’anno duemila, Carponibus si trovò a passare, cavalcando il suo fidato destriero Gazzetto, lungo gli antichi declivi del Paese delle Meraviglie e si imbattè, nelle vicinanze della chiesa, in un campo che si diceva fosse coltivato dalle streghe e seminato, in quell’anno del Signore santo e Giubilare, con tenere e allegre piantine di marijuana.

Messere Carponibus si fermò estasiato davanti a tanta bellezza e, incuriosito, strappò con delicatezza qualche fogliolina, le annusò, poi, istintivamente, le infilò nella sua pipona di radica demenzialis, le accese come fosse tabacco e si fece una bella fumatina. Alla prima tirata vomitò poi, sconvolto, fece una rimessa laterale molto abbondante e infine, dopo un po’ di tempo e molte vomitate, cominciò ad assuefarsi, divenne tossicodipendente senza saperlo ed ebbe una visione.

Le apparve la Madonna vestita di bianco che si presentò come Nostra Signora della Pieve di Monchio e gli affidò una grande missione: annunciare il verbo all’umanità perversa, specie al popolo dei Meravigliau che abitava il Paese delle Meraviglie.

La Madonna disse: "Caro figlio, tu dovrai venire qui ogni primo mercoledì del mese, ti farai una bella tiratina di erbetta raccolta in questo campo, poi porgerai le orecchie alle mie parole e le riporterai per iscritto perché la gente, leggendo, sappia.

La Madonna proseguì dicendo: "Mio Figlio è molto adirato, perché qui, dove prima c’era il prato, ora c’è l’erba. E che dire di quel Campo Ludico che quei pervertiti del Gran Consiglio del feudo di Mingone de’ Guigli hanno fatto e poi nascosto accuratamente alla vista di tutti? Forse vi hanno seppellito il famoso tesoro nascosto nel campo di cui parlava mio figlio? E non sapendo, poveri tapini, come nascondere il tesoro, hanno pensato bene di nascondere il campo?

Noi in cielo siamo molto adirati per tutte queste nefandezze abbiamo deciso di collocare permanentemente una nuvola (che in futuro sarà di fantozziana memoria) sul cielo di questo perverso paese per scoraggiare anche i pochi villeggianti che qui venivano a riposare, e dirottarli su altri lidi più accoglienti, come Monchio o Susano. Inoltre, sappiano i pervertiti, che siamo stati noi a scatenare il terremoto del 3 ottobre 2000 su questo paese per danneggiarne anche la chiesa, ultimo baluardo di aggregazione di questo popolo. Lo abbiamo fatto per punire questi figli degeneri e correggerli facendoli vagare da un villaggio all’altro, da una chiesa all’altra, da un capannone all’altro, in cerca di pace. Forse un giorno anche loro, come gli ebrei, troveranno la terra promessa, dove scorre latte e coca.

Va Carponibus, diletto figlio mio, ed annuncia l’unico verbo dell’unica verità. Va e predica a quegli infedeli il digiuno e la penitenza. Va e fregagli anche il campanile, così imparano".

Carponibus accolse il verbo ubbidì, andò e, convinto com’era di avere veramente avuto quella visione, disse, e in seguito anche scrisse, un mucchio di fesserie.

Qualche anno dopo però, finalmente fu arrestato nel villaggio chiamato La Lama del Monchio, era in evidente stato di ubriachezza: preso alla sprovvista, vistosi perso, confessò di fare uso di sostanze stupefacenti, ammise le sue colpe, si schiaffeggiò più volte la faccia e si ammanettò da solo, lasciando tutti di stucco.

Mentre i gendarmi del Fuedo di Mingone de’ Guigli, capeggiati da Marius il Terribile, lo portavano in catene nel Paese delle Meraviglie per essere consegnato al popolo e giudicato, Carponibus cantava sguaiatamente il Canto delle osterie e i famosi Cantori di Rancidoro, che lo seguivano, accompagnavano il suo cantare con il paraponzi ponzi pum. Il popolo Meravigliau lo attendeva ai bordi della strada; giunto nelle vicinanze del Castello, Carponibus vide una folla immensa e inferocita e, chiedendo educatamente scusa ai gendarmi, diede via libera a tre attacchi di diarrea, uno più forte dell’altro: un po’ per la paura e un po’ perché aveva incautamente bevuto l’acqua inquinata della famosa Fontana dell’acqua che non c’è. 

Il popolo Meravigliau lo giudicò nella piazza del villaggio e, usando inaspettatamente molta clemenza, lo condannò a trascorrere il resto della sua vita nelle segrete del Castello di Costrignano, dove tutt’ora, nonostante il cibo pessimo che gli propinano, vive e comunica con l’esterno via internet...

 

Nieleda

 

 

Risponde Fabrizio Carponi.

Devo ammettere che il mio articolo "Il paese delle meraviglie", pubblicato nell’ultimo numero della Luna nuova, ha riscosso un "interesse " al di sopra di ogni aspettativa. Questo mi fa molto piacere perché vuol dire che il nostro giornale è letto con molta attenzione e per questo ringrazio tutti coloro che ci hanno scritto. Mi sento in dovere di dare alcuni chiarimenti sui contenuti dell’articolo sopra citato. Un giornale locale , oltre a pubblicare le varie notizie di avvenimenti, deve a mio avviso anche portare all’attenzione di tutta la comunità i diversi problemi tra cui anche il mancato o parziale utilizzo di strutture che dovrebbero essere fruibili a tutti i cittadini del nostro territorio. Questo non vuol dire "creare dei problemi", ma solamente portarli "alla luce" superando paure ed omertà. Per risolvere i problemi, in qualsiasi paese si trovino, è necessario metterli a conoscenza di tutti, e solo grazie a un confronto costruttivo si può giungere ad una soluzione che arrechi beneficio a tutta la popolazione e non solo agli abitanti di un singolo paese.

 

 

 

 

 

Grazie alla Provincia

 

Cara Luna,

avrei sempre voluto dire qualcosa alle persone che formano la Provincia, come operai e capi, riguardante le strade provinciali, ma non conoscendo nessuno mi sono decisa tramite "la Luna nuova" (che mi piace tanto) di ringraziare coloro della Provincia, perchè quest’inverno hanno cercato di pulire gli argini delle strade provinciali dove sono cresciuti a dismisura alberi grandi e grossi in più coperti da fitte vitalbe (vedrazze) che fanno un bel disordine e non fanno onore di sicuro a noi poveri italiani disordinati.

La Provincia dovrebbe fare un altro giro oppure obbligare i padroni degli argini (scarpate) a tenerli puliti altrimenti ci si fa la multa. C’è anche il problema delle cunette: quando piove le strade provinciali diventano immense pozzanghere e l’acqua scorre a fiumi: non sta bene! Ci sono i fossi per l’acqua che deve andare al fiume!

Grazie a tutti, compatite e scusate e forza buoni operai italiani.

Ossequi,

 

N. Z.

 

 

 

 

 

Causa terremoto "fuori di chiesa"

 

Clandestini? No! Solo precauzione, essendoci delle

Aperture all’interno della chiesa, forse esagero, qualche lesione e

Un po’ di piccole crepine, tali da metterci in allarme.

Siamo così dovuti scappare, trovando rifugio in un capannone

Adibito a ceramica, grazie a Dio, grande, bello e ben riscaldato.

 

Tante sono le curiosità in questo interno: intanto regna ordine

E tanta pulizia, non mancano nemmeno fiori e piante verdi.

Ritratti di Santi? Ovviamente non ce ne sono, come si dice: quelli

Restano in cielo: è più sicuro!

E proseguiamo in terra: due file di panche gialle ben allineate

Meritano proprio di essere guardate per il loro effetto;

Ovviamente c’è anche un "Dulcis in fundo": a fine messa la "battaglia"

Tutti o quasi s’impegnano al rito "chiusura panche"

O per meglio dire "Campo di battaglia".

 

Fuori dalla "Parrocchia" un bel parcheggio di macchine, che

Una dopo l’altra s’infilano per andare a casa,

Oppure capannelli di gente per i consueti saluti

Raccontando anche cose di poca importanza e

Intanto il tempo passa, passa e pare non si fermi mai.

 

Dovevo darvi una panoramica di questa nuova sistemazione

Interessante; a quanto pare: novità esclusiva.

 

Chissà se ne avremo ancora per molto tempo!

Ho proprio idea che i tempi siano lunghi burocraticamente,

Intanto abbiamo raccolto delle firme, tante

E staremo a vedere in futuro cosa ci aspetta.

Speriamo tanto ci venga accordato il rientro in parrocchia

Al più presto, per non sentirci degli "sfrattati".

 

Adelina Perotto

 


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