la Luna nuova

Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni 

 

 

La buca delle lettere

Raccolta delle lettere pubblicate sul periodico

 

 

Indice

 


la Luna nuova  -  Dicembre 2004


 

 

Carissimi amici de "La Luna Nuova",

mi chiamo Monica e scrivo da S. Stefano Belbo, in occasione del 10° anniversario dell'alluvione avvenuta in Piemonte nel 1994; sono lieta di ringraziare ancora una volta tutti gli amici di Palagano che ci hanno aiutato quel lontano 4 novembre. In quei momenti si vede tutto nero, ma la generosità di quei ragazzi è stata come l'arcobaleno dopo un brutto temporale. Da loro ho avuto non solo aiuto economico e materiale, ma anche e soprattutto, un aiuto morale.

Ancora GRAZIE a tutti voi, non vi dimenticheremo mai.

Grazie.

Monica Montanaro

e famiglia

 

 

 

 

 

Cara Luna,

circa un mese fa sono stato, con una compagnia di Palagano, in Austria a visitare il campo di sterminio di Mauthausen. Appena entrato sono stato preso da un sentimento che vorrei trasmettervi, ma non ci riesco.

Allora mi sono fatto fotografare lungo il muro dove venivano schierati gli infelici appena entrati.

Poi mi sono fatto riprendere, sempre dal solito amico, nella baracca del campo, nella galera, davanti al forno crematorio, sotto la forca degli impiccati, nella camera a gas.

Pensavo di scrivere una lettera, un articolo, qualcosa per trasmettere l'orrore di come si viveva là dentro, ma non ci riesco: le mie parole non bastano.

Poi mi è venuta in mente la signora Elisa Springer, morta il 19 settembre scorso all'età di 86 anni.

Chi era la signora Elisa Springer?

Era un'austriaca sopravvissuta all'inferno di Auschwitz, la quale ha taciuto per oltre 50 anni.

Solo il figlio, dopo lunga e gentile pressione, l'ha convinta a scrivere una lunga testimonianza in due libri: "Il silenzio dei vivi" e "L'eco del silenzio".

Uso le sue parole per dare un'idea di come si viveva là dentro e di come là dentro, ha vissuto anche don Sante Bartolai, per il quale abbiamo compiuto questo pellegrinaggio.

Dice la signora Elisa: "...lì ho lasciato la mia gioventù, i miei sogni, le mie speranze... lì mi hanno tagliato le ali, lì ho lasciato li mio aspetto fisico, i miei sentimenti umani... era proibito nutrire sentimenti umani? ...ho ancora paura di svegliarmi e di trovarmi un cadavere a fianco".

E continua: "durante gli appelli, che avvenivano spesso alla presenza del dott. Menghele eravamo obbligate a guardare al di sopra delle teste dei guardiani oppure a terra, perchè non eravamo degne di guardarli in faccia. Io ho taciuto per tanti anni perchè nessuno voleva sapere, mi ridevano in faccia, non mi credevano."

Ecco alcune frasi di una sopravvissuta alla Shoà, più di così non saprei dirvi, se non che è terribilmente triste che tutto ciò sia successo nell'Europa cristiana e che oggi in quasi tutto il mondo si stia ripetendo.

Ciononostante ho sempre fiducia nell'uomo. Cordialmente

 

Ugo Beneventi (Costrignano)

 

 

 

 

 

Salve,

mi chiamo Alberto Salvatori, e ho deciso anch'io di sfruttare la possibilità che date a tutti i cittadini di Palagano, (e non), di esprimere la propria opinione attraverso questo utilissimo giornale "paesano".

Da circa due anni e mezzo sono diventato padre di una bambina che, come i suoi coetanei, adora passare la maggior parte del tempo al parco comunale di Palagano. Ed è proprio del parco che voglio parlarvi.

Premetto che la mia non vuole assolutamente essere una critica o un attacco verso chi è preposto alla manutenzione dell'area, ovvero il comune, ma vorrei solamente sensibilizzare e sottolineare un problema che solamente chi frequenta in maniera assidua il parco può accorgersene.

Negli ultimi anni infatti il degrado delle strutture-gioco, ma direi anche dell'intera area, sta prendendo il sopravvento. In particolare quasi tutti i giochi sono mal funzionanti o privi di pezzi che in certi casi fungono da dispositivi di sicurezza per il bambino (vedi le altalene, il gioco multifunzione "castello" privo di elementi fondamentali, "pinco-panco" spezzato in due, girandola con cavalli e biciclettine senza pedali, giochi a molla in cattivissime condizioni ecc. ecc.).

Anche per gli amanti delle bocce, i campi sono impraticabili (ho visto un

anziano che ha tentato di ripristinare uno dei due campi, ma direi che non

sia riuscito nell'intento).

Esagero poi se parlo dell'illuminazione notturna praticamente inesistente?

Già, perchè anche dopo cena mia figlia spesso mi chiede di portarla al parco a giocare.

A dire il vero anche la pulizia è quella che è (certo che se tutti facessimo uno sforzo per raggiungere i cestini dell'immondizia presenti nell'area anzichè buttare tutto a terra, forse questo problema sarebbe risolto).

Non dimentichiamoci che il parco (almeno in estate) è "l'ufficio" o "posto di lavoro" dei nostri bimbi; eppure noi adulti siamo tanto esigenti e pretendiamo condizioni lavorative che agevolino il nostro operato, con la differenza che loro, i bimbi, non possono esprimere la loro opinione via email come sto facendo io.

Ormai l'estate è conclusa e al parco si va sempre meno: puntiamo sulla prossima estate (in un anno il tempo di organizzarsi, fare manutenzione, ordinare nuovi giochi, c'è: speriamo)

Infine vorrei esprimere i miei complimenti a chi ha organizzato e lavorato

alla "Festa dei Matti": bravi!; anche quest'anno un successo; anche quest'anno tante persone hanno raggiunto Palagano grazie a voi; anche quest'anno molte persone hanno saputo dell'esistenza di un paesino nell'Appennino dove per quattro giorni si fa i "matti"; anche quest'anno sempre meno persone sbaglieranno a pronunciare il nome Palagano storpiandolo con accenti strani o consonanti aggiunte.

 

Alberto Salvatori (Palagano)

 

 

 

 

 

Cara Luna,

prendo spunto dalla"delusione" di Giancarlo Caminati (vedi l'articolo:" E' arrivata la nuova ambulanza"...nel numero scorso) per condividerne tutta la sua amarezza. E' veramente triste,per chi lavora disinteressatamente, vedersi ricompensati così; infatti l'indifferenza uccide. Tuttavia non bisogna mollare, anche se si fa prima a dirlo che a farlo. E' evidente che in giro c'è parecchia disinformazione e disinteresse per la cosa pubblica, perciò urge tentare di rifare comunità in ogni senso: sociale, politico, culturale e, perchè no, anche in senso religioso. Non è affatto facile, e me ne rendo ben conto, tuttavia bisogna che tutti e sottolineo "tutti" ci mettiamo di "buzzo" buono e partiamo. Ecco la mia ricetta (voi tirate fuori la vostra): e se la montagna non va a Maometto, facciamo in modo che Maometto vada alla montagna; vale a dire che se la gente non partecipa, portiamo i dibattiti, le discussioni, le Istituzioni in mezzo ai cittadini: Usciamo dal palazzo, usciamo dalle sacrestie e andiamo in mezzo alla gente. Trattare argomenti di rilevante interesse generale in modo privatistico fa male alla democrazia; inoltre può essere un buon metodo anche per selezionare la classe dirigente che, mi pare,ne abbia un po' bisogno. Avanti dunque con le critiche, ma anche con le proposte. La mia è utopia? Può darsi, intanto incominciamo, poi....si vedrà. Ai posteri l'ardua sentenza! Cordialmente

 

Ugo Beneventi (Costrignano)

 

 

 

 

 

Fumo.

E' notte. Sono sola nella mia casa e sento il vento montanaro che non mi piace.

E' cattivo, fa seccare tutto e non da tregua alle povere piante che si chinano quasi a terra sotto la sua sferza incessante. E non smette, non smette mai di ululare. Si allontana, poi ritorna, e così per tutta la notte, il giorno dopo e la notte ancora dopo.

La sensazione che provo è molto brutta: la paragono alle sigarette che fuma mio marito e per la qual cosa non posso fare niente.

Chiudo gli occhi e vedo i suoi polmoni anneriti dal fumo, pensando che ancora e ancora ne dovranno inghiottire. Mi fanno molta pena e il sonno che era quasi arrivato se ne va e io rimango sveglia con i miei neri pensieri. Non è facile smettere un vizio come lui vuol far credere.

E pensare poi che fuori, in agguato, c'è un altro accanito fumatore: il tubo di scappamento delle auto, le cui esalazioni partono da terra e salgono sempre più in alto invadendo la biosfera, inquinando l'aria, ritrovandoci così ognuno di noi a respirare fumo passivo in casa e fuori.

Avere comunque un marito fumatore è una cosa che mi fa star male, mi fa arrabbiare e mi fa litigare. La sigaretta è una rivale e io devo ammettere di aver perso con lei da molto tempo. Anche il rumore del vento continua incessante a farsi sentire: dovrò proprio prendere un tranquillante per poter dormire.

 

Cristiana Sorbi (Montefiorino)

 

 

 

 

 

Viaggio a Trieste.

Eravamo partite mia figlia una sua amica ed io; avremmo dovuto capire subito che il viaggio a Trieste forse non poteva essere proprio una meraviglia, ma noi avevamo insistito nelle nostre intenzioni, sfidando la sorte avversa.

All'amica quel giorno stesso, al Pronto Soccorso di Bologna, avevano diagnosticato una congiuntivite virale, ma noi ci eravamo premunite di un piccolo thermos per tenere in fresco i colliri prescritti.

Mio marito ed io avevamo già sbagliato il primo imbocco autostradale, dove ci saremmo dovuti trovare con le ragazze, ma con il cellulare la cosa venne risolta anche se l'orario non era più quello prefissato.

Quando poi sull'autostrada Padova – Venezia si è cominciato a sentire una specie di tamburo africano provenire dalle ventole dell'aria condizionata, abbiamo pensato: oh Dio!!! Sta a vedere che adesso si spacca qualcosa, dovremo spendere un sacco di soldi e perdere molto tempo prezioso.

Ma quando già ci stavamo affezionando a questo finto tamburo, la musica come era iniziata cessò.

Neanche troppo tardi arrivammo al "Bed end Breakfast" della signora Neker, al quarto piano (103 gradini), in centro a Trieste, con borse e valigie. Il posto era accogliente, la signora simpatica e gentile; le scarpe però non erano ammesse per cui, a piedi nudi su un pavimento di legno scricchiolante, ci siamo sistemate nelle nostre stanze stracolme di libri, ma con una veduta di Trieste così bella da rimanere incantate.

Il mattino seguente, prima di iniziare la nostra prima giornata triestina, il thermos per i colliri, a causa di una manovra errata per calcare il ghiaccio, andò in frantumi finendo nel pattume, venendo così sostituito da un rotolo di borsine piene di ghiaccio. Fu poi deciso di andare a Muggia col battello in una giornata calda e assolata e li ci fu l'incontro con una signora che si fermò con noi a pranzo e a chiacchierare un po' perchè il caldo e il sole ci avevano demolito.

Ci fu poi il rientro col battello, una breve visita a piazza Unità d'Italia e la cena con un'altra amica che, essendo arrivata a Trieste prima di noi ci avrebbe fatto da guida il giorno seguente per le viuzze del centro, nel ghetto ebraico fino a San Giusto.

Purtroppo il giorno dopo gli occhi di Elena ebbero un netto peggioramento e così capimmo che la nostra vacanza era finita.

Comprammo in fretta alcune cose del Nepal da una giovanissima signora che aveva radicalmente cambiato la sua vita venendo in Italia e partimmo. Subito un'interminabile coda in autostrada sotto una grandine e una pioggia torrenziale che pareva non smettere mai, affiancate ad un camion carico di pecore assetate che, poverine, leccavano le sbarre alla ricerca di un po' di acqua da bere.

Era un quadro comovente e faceva pensare come gli uomini fossero più bestie di loro.

Il viaggio di rientro durò quasi tutta la giornata e arrivammo stanche e afflitte a casa.

La nostra vacanza era finita.

 

Sorbi Cristiana

(Montefiorino)

 

 

 

 

 

Pubblicità istruttiva o diseducativa?

Oggigiorno, per buona parte della giornata, uomini e donne ascoltano la TV e quindi anche gli immancabili spot pubblicitari.

Alcuni di questi, però, sono altamente criticabili per il loro contenuto.

Il corretto uso, poi, della lingua italiana sembra quasi un'optional (e i nostri figli intanto imparano).

In altri sembra di assistare ad una "burla" sui problemi sociali: sicuramente molti di voi avranno visto lo spot sui succhi di frutta "Bravo" i quali danno "dipendenza".

Sembra, per tutta la durata dello spot, una presa in giro verso quelle persone che hanno veramente problemi seri con l'alcol; molte famiglie sono state rovinate da questi problemi.

La TV non dovrebbe essere educativa per noi e i nostri figli?

Sarà progresso o regresso?

Monica Montanaro

(S. Stefano Belbo - Cuneo)

 

 

 

 

 

 

Le violenze del branco

"Chi risparmia la verga al figlio per correggerlo non lo ama".

Occorre ripristinare un minimo di severità nell’istruzione.

"Chi risparmia la verga al figlio per correggerlo non lo ama":

Lo dice la Bibbia: capitolo 13 dei Proverbi, versetto 24.

Si continui pure a dare retta a psicologi, psichiatri e professoroni che, a forza di stare gobbi sui libri, sono giunti al punto di perdere qualsiasi saggezza del buon senso pratico.

Si continui pure a dire: "Guai la scoppola", "guai la bacchetta" o la "spavirata" come giustamente si faceva una volta! In tal modo i figli cresceranno con molte pretese, insolenza, mancanza di rispetto e incapacità di riconoscere il limite oltre il quale non si deve andare.

Occorre ripristinare un minimo di severità nell’educazione!

Occorre non esagerare nella protezione dell’infanzia come ormai stanno facendo troppe associazioni, esse sono sorte, all’inizio, da una giusta necessità di difesa dei minori da tanti soprusi, ora però i genitori non possono più nemmeno rimproverare i figli perché essi minacciano di chiamare "Telefono azzurro"!

In tal modo si rischia di ottenere risultati ancora peggiori di quelli che si vogliono evitare.

Quante violenze dovremo ancora sopportare?

Quante Giusy dovranno ancora morire, uccise dal branco, prima che si comprenda che la legge sull’impunibilità dei minori è da rivedere? In Francia e in Inghilterra ci hanno già pensato.

Quante prepotenze e vandalismi dovremo ancora subire prima che finalmente si capisca che è opportuno intervenire con piccole punizioni finchè piccoli sono i figli, piuttosto che farlo in ritardo quando già sono grandi e meno disposti a farsi correggere?

Quanti orrori dovremo ancora vedere prima che si capisca che una bella macchina "ciucesca", in tutte le scuole, non sarebbe poi un’idea tanto strana?

Una bella sculacciatrice meccanica! Senza il rischio di un eccesso nella punizione!

Che faccia il lavoro risparmiandoti la fatica!

Con intensità dei colpi e battuta perfettamente regolabili in proporzione alla punizione da comminare!

Con battipanni intercambiabile per poter passare da quello normale a quello pesante, o a quello urticante o addirittura a quello puntinato!

E per "punirne uno educandone cento", con telecamera incorporata per far vedere le smorfie del punito durante la battuta!

Scusate il finale: sono passato dalla realtà ai sogni.

 

Sergio Gazzotti

"Ser Calli"

(Formigine)

 

 

 

 

 

Questa foto è stata scattata nell'agosto del 1961, l'uomo è mio zio Carlo Bartolai di Casa Bordoni che all'epoca aveva circa 50 anni.

Mio zio aveva l'incarico di raccogliere il latte, mattina e sera, nelle varie frazioni della bassa valle e di portarlo al caseificio di Casola.

L'unico mezzo adatto allo scopo per quegli anni, era il mulo e come tutti gli animali aveva qualcosa di speciale; per il carico venivano usati quattro grossi bidoni che, due per parte, erano attaccati al basto.

Il latte veniva raccolto nelle varie fattorie, pesato, colato e versato in questi bidoni, ogni tanto, durante l'operazione, il mulo faceva uno strano rumore e scalpitava: era il segnale che il latte doveva essere versato in un altro bidone, in modo tale che il peso fosse sempre ben equilibrato fra i due fianchi, inoltre mio zio, ogni tanto, doveva portare con sè un badile per poter pulire il sentiero dai suoi escrementi perchè faceva sempre i suoi bisognini in due punti precisi del sentiero, forse per una sua speciale simpatia.

Sono morti tanti anni fa a breve distanza l'uno dall'altro, ma ricordo ancora l'affiatamento ed il rispetto che c'era fra di loro e guardando questa foto mi commuovo ripensando a quegli anni dove il duro lavoro dell'uomo era, in parte, sollevato dagli animali, che chiedevano poco, ma davano tanto.

 

Irene Bartolai

(Il Sasso - Montefiorino)

 

 

 

 

 

Non è nostra abitudine commentare le lettere inviataci dai lettori ma quella che segue, a firma di Doriano Torri, un commento lo richiede.

Gli argomenti sollevati sono importanti (fede, ricerca, forma e sostanza, ritualità, messaggio cristiano delle origini, secolarismo, chiesa...) e a nostro parere potrebbero e dovrebbero aprire un interessante e costruttivo dibattito.

Non possiamo però tacere sull'atteggiamento, a nostro parere, per lo meno irriverente, nei confronti di Giovanni Paolo II.

Il suo lungo e complesso pontificato non può essere ridotto e ricondotto alle considerazioni di Doriano.

Pensiamo che siano soprattutto provocazioni di cui non ne condividiamo soprattutto la forma.

Abbiamo invitato Doriano a riconsiderare in alcuni punti il testo della lettera (cosa che in parte ha fatto) ma ci siamo dichiarati ugualmente disponibili alla pubblicazione della lettera che riteniamo tuttavia coraggiosa.

Voltaire affermò che: "Non sono d'accordo su ciò che pensi, ma sarei disposto a dare la vita perchè tu lo possa dire" (citiamo a memoria). Questo è confronto, dibattito, riflessione e apertura che può portare a maturazione e crescita personale.

Vedremo.

 

La redazione

 

Lettore,

non voglio tediarti con le mie storie, voglio solo spiegarti perchè, nel 2004, sono uscito dalla Chiesa Cattolica.

Scrivendo queste righe, provo a gettare un sassolino in uno stagno, per vedere se le onde prodotte generano (scusate la presunzione) qualcosa di positivo (lo è, a parer mio, anche una semplice discussione, il solo parlarne).

Sono tornato a vivere a Costrignano nel 1978, appena prima della salita al soglio, che fu di S. Pietro, di Giovanni Paolo II.

Alla morte di Paolo VI feci appena in tempo a gioire per la nomina di Albino Luciani che fu la fine di quella mia illusione. L'omicidio di Giovanni Paolo I, scusate, volevo dire: la morte di quel Papa fu, per me, un brutto colpo; ricordo che si era presentato bene: solare, sorridente, positivo e umile, molto umile, al punto che quando disse: "Aiutatemi a fare il Papa" credetti che le famose "profezie" di S. Malachia, quelle relative a Pietro II (il papa che riporterà la Chiesa alle origini) fossero rivolte a lui e che quindi l'espressione "luna meditata (o silenziosa)" non indicasse Luciani ma qualche suo predecessore.

Invece durò una luna, non scrisse nessuna "bolla", quindi il suo passaggio "silenzioso" fu quasi una meteora.

Aumentarono quindi le mie (e credo quelle di molti altri) aspettative per quello che sarebbe stato il papa seguente.

Il fumo del camino del conclave cambiò colore e ci trovammo lui, un papa dell'Est, con tutte le speranze e le prospettive che questa provenienza comportava.

Sono passati più di 26 anni da quel giorno, ma quest'arco di tempo lunghissimo (per un papato, visto che è il terzo per durata) avrà fatto crescere o diminuire la fede nella Chiesa di Cristo?

Se ogni "cattolico" potesse misurare la propria fede come se fosse acqua (un bicchiere, 1 litro e 1/2, 3.563 litri...) questo "fiume di fede" prodotto da tutti i cattolici del mondo, oggi, 11 dicembre 2004, avrebbe visto aumentare o diminuire la portata, rispetto al 1978?

Forse oggi i "cattolici" (scrivo cattolici fra le virgolette perchè, per esempio, in Italia siamo nominalmente quasi tutti cattolici, ma praticamente?) nel mondo sono aumentati di numero, i missionari fanno un buon lavoro, credetemi, ma non credo che "il fiume di fede" oggi sia più ampio e con più portata di un tempo; non sarà un rigagnolo come il Dragone d'estate, ma assomiglia di più a questo che al Rio delle Amazzoni durante la stagione delle piogge, purtroppo...

"Il Figlio dell'Uomo troverà ancora la fede quando tornerà sulla terra?" Se lo chiedeva Cristo, 2.000 anni fa e Lui, si sa, era uno che capiva bene un sacco di cose. Se vuoi trovare fede, torna presto Gesù...

Io ho avuto fasi alterne nei confronti della religione: dalla prima comunione all'adolescenza un profondo rispetto delle "dottrine" che avevo appreso al catechismo, poi il classico allontanamento al tempo delle scuole superiori, durato fin dopo il militare ma, nel frattempo avevo un desiderio di conoscenza e di ricerca di religiosità pura, per cui leggevo tutto quello che trovavo dell'argomento, dall' induismo alla filosofia pura, tutto!

In quel periodo sono arrivato a Costrignano (febbraio 1978) ed ho trovato una situazione religiosa più "ingenua" di quella lasciata nella provincia milanese, ma c'era anche più partecipazione; ricordo, per esempio, i funerali di quel tempo, coi maschi davanti, i parenti e le donne dietro il carro, con tutti che recitavano il Rosario (qualcuno, ma proprio pochi, stava zitto).

Com'è cambiato... Adesso davanti, fra gli uomini, nessuno recita il Rosario (a dire il vero due o tre ci sono, ma lo fanno piano, a fil di labbra, quasi si vergognassero) ma parlano del tempo, di affari, di pettegolezzi...

Scusate, ho fatto una digressione, torno al discorso.

Ho continuato questa ricerca religiosa per oltre un decennio (in quel periodo ho continuato ad andare a messa la domenica, soprattutto perchè quell'ambiente mi porta a riflettere molto e lo faccio ancora adesso, nonostante quello che sto scrivendo) e poi ho avuto la fortuna di incominciare il discorso missionario con la Scilla; in missione ho trovato anche personaggi straordinari (preti, suore o semplici volontari) gente che credeva fermamente e ciecamente in quello che faceva, nella scelta di vita al servizio di Cristo.

E lì, in terra d'Africa, ho sentito i primi veri attacchi al poco che stava facendo il papa polacco per la Chiesa di Cristo.

Credo che questo papa, non ha saputo aggiornarsi nè aggiornare la sua Chiesa; la Santa Messa (lo dicono perfino i preti) è un contenitore di formule e frasi recitate a memoria e anche l'omelia, la classica "predica" è un ripetersi di "come ci insegna il Vangelo di oggi, anche noi dovremmo fare come il .... " con l'esempio portato di qualche personaggio che è uscito dagli schemi. E io vedo solo gente distratta...

Sveglia Karol(*) !!!!

Questo è il tempo di internet, il mondo è poco più di un piccolo villaggio.

Oggi non puoi più pensare che le future generazioni seguiranno una religione che ha come base un rito quasi tribale, che ancora vede nella sessualità il peccato più grave, che parla ancora di Purgatorio (ma come? ti insegnano il concetto di eternità e poi ci abbinano una "purificazione" temporale? Ma questo, forse, andava bene nel Medioevo), di Inferno (ma come? Dio è infinitamente più buono di un essere umano, vero? Ok? Dio è nostro Padre, ama ognuno di noi con un amore indefinibile, ma quale genitore condannerebbe un figlio ad un supplizio eterno? Obiezione: ma quello ha rubato dall'infanzia, poi da adulto ha anche ucciso altri uomini...) C....!!

Ma quello è nato allo Zen di Palermo o a Secondigliano, mica è nato a Torino da un Agnelli... Stamattina mi hanno detto che è vero che la chiesa cattolica deve cambiare, ma deve farlo cominciando dalla base, cioè da noi.

Questo io lo contesto, perchè come fai a far cambiare la chiesa dalla base? Come ho fatto io, uscendone?

Non credo. Non puoi, non te lo permettono, nè a te "semplice" fedele, nè al prete "progressista". Credo che vada rivisto e "aggiornato" tutto il concetto (lo so, è molto riduttivo scrivere così, ma questa lettera è il sunto di 43 pagine di considerazioni, non penso che me le avrebbero pubblicate tutte...); io, per esempio, ho partecipato ad incontri di approfondimento del Vangelo e, una volta, è stata addirittura stravolta di 180° un' idea basica dell'insegnamento di Cristo, alla domanda: "Se l'inferno non esistesse avreste vissuto in un modo differente? Arrivò la risposta "Accidenti!!!! Tante volte non ho fatto azioni che vedevo fare da altri (rubare, tradire il vincolo di fedeltà matrimoniale ecc...) perchè ero frenato dal concetto di peccato e per paura dell'inferno, altrimenti le avrei fatte anche io.

E, purtroppo, questa considerazione non uscì da una bocca "semplice", ma da una persona che per il ruolo occupato doveva, secondo me, sapere che Cristo ci ha insegnato che se desideriamo in cuor nostro una cosa, anche se poi non la facciamo è come se noi l'avessima fatta...

E questo vale anche per un eventuale rimpianto... Mi chiedo spesso: " Ma i cristiani seguono il Suo insegnamento perchè Lui è Cristo, il Figlio di Dio, o per il valore intrinseco della Sua Parola?" Cioè, se Gesù fosse stato un uomo normale, nato magari in una famiglia "discutibile", per niente capace di operare "segni" nè di fare miracoli, morto dopo un orrendo supplizio e non risorto, ma se fosse Lui l'Uomo che ci ha insegnato il Padre Nostro, l'amore per il prossimo (nemici e sparlatori compresi) l'Uomo che ha fatto il Discorso delle Beatitudini, che ha narrato tante bellissime parabole sull'amore... in questo Uomo, in questo Gesù, nel suo insegnamento, noi crederemmo lo stesso? Non so voi, ma io si!

Cristiani non si nasce, si diventa, come diceva Tertulliano nel III secolo, oppure siamo predestinati ad esserlo, come afferma S. Paolo nella lettera agli Efesini?

Oppure, come dico io, siamo cristiani (e cattolici) perchè siamo nati in Italia, in questo tempo?

Abbiamo ereditato una religione, una fede, che forse molti non meritano, non cercano e non vogliono.

Credo che noi tutti dovremmo sconvertirci per poi (se lo vogliamo) riconvertirci per diventare Cristiani veri. Ma come farlo se poi chi ci guida non cambia niente? Vediamo che le cose non vanno, si vedono le cause ed anche la cura, ma il chirurgo non ha il coraggio di operare e rischia che vada in cancrena tutto il corpo.

Karol(*) datti una mossa!!

Deciditi, per esempio, ad abolire il celibato obbligatorio per i preti, trasforma la "messa domenicale" in un momento d'incontro vivo per una comunità che potrebbe, come i gruppi dei primi cristiani descritti negli Atti degli Apostoli, confrontarsi e risolvere i problemi come una vera comunità Cristiana.

Abolisci il tribalismo, Karol(*), te ne supplico. Non rendere vana la vita e la morte di Cristo perchè, credimi, continuando così, ci stai riuscendo.

In questo 2004, io, Doriano, sono uscito dalla Chiesa Cattolica per professarmi Cristiano (e basta), ma tra meno di una generazione il Cristiano Cattolico (vero, non quello solo nominale) sarà una specie in estinzione, da proteggere più del panda.

Karol, se qualcosa non lo hai capito, lo vuoi contestare, o semplicemente ti va di discuterne con me, scrivimi, mi farebbe piacere. (Lo stesso vale per te, lettore della Luna.)

Ma ti prego, fai qualcosa e fallo presto.

 

Doriano Torri

(Costrignano)

dorianotorri@libero.it

 

(*) Quando scrivo Karol non mi riferisco certo solo a quel povero anziano malato che è il papa oggi, mi riferisco anche a chi gli sta attorno, a tutta la nomenklatura della chiesa, base compresa.

 

P.S.: A volte mi domando: "Se lo scopo dell'annunciato Anticristo è di distruggere la chiesa , visto che il fiume di fede in 26 anni di pontificato stà inaridendosi, non sarai mica tu, Karol, l'Anticristo?"

 

 


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