Enes Ljesnjanin
Lento
Cammino, un po' perplesso. Ho i miei pensieri per la testa. Il cielo è cupo, e quel che vedo è solo un fil di luce qua e là.
Deciso aumento l'andatura, inizio a correre.
Il rumore dell'acqua che schizza contro le rocce è inconfondibile, così come lo è quello dei piedi che sbattono per terra, contro la sabbia umida e bagnata, lasciando un'impronta, un'impronta prossima ad essere sommersa, ad essere cancellata, ad annegare e non lasciare più alcuna traccia visibile.
Ho il torso nudo; la brezza del primo mattino, accompagnata da un leggero venticello, mischiata alla brezza del mare, mi fa rabbrividire, ma non sento freddo.
Corro via, e la mia pelle diventa sempre più forte.
Inizio a sentire qualche goccia di pioggia, seppure il cielo vada rasserenandosi.
Le nuvole sono scomparse, non ci sono più, e il sole prende il sopravvento anche sul leggero venticello che mi accompagnava fino a poc'anzi.
Sento sempre più gocce sul corpo, scivolare giù dal capo, lungo il viso, ma non piove, e le nuvole non ci sono più. Non è pioggia, e non sto piangendo. Sto sudando.
Hai mai provato a prendere una decisione dalla quale dipendono molte persone?
E' la stessa cosa della pioggia che cade. Senti il peso di una goccia dopo l'altra. Senti l'odore di umidità generale che crea un vortice con l'odore di sudore che oramai ti contraddistingue, sebbene tu sia l'unica persona che sarebbe pronta a scommettere di non sentire alcun odore.
E' un odore quasi scuro, forse grigio.
Corri più forte, e arrivi al termine della spiaggia che hai deciso ti accompagnasse per la tua corsa.
Stremato, chini il busto, porti le braccia sulle ginocchia, affannato.
Alzi il capo, e anche gli occhi, ma non stai guardando nulla.
Ancora un attimo.
Rialzi il busto, porti le mani sui fianchi, prendi fiato, ma oramai ti sei stabilizzato. Il cuore è tornato a battere senza accelerazioni, ma il sudore non se ne va, hai fatto tutto il possibile, hai dato tutto te stesso, e ora, dopo un attimo di pausa, ti senti in dovere verso te stesso. Meriti di toglierti di dosso quell'odore che ora anche tu stai iniziando a sentire.
Ti sposti verso le onde. Sotto ai piedi inizi a sentire la sabbia sempre più bagnata, e quasi ti pare di sprofondare dolcemente. Fai leva sulle gambe e ti butti in acqua.
E' fredda, quasi gelida.
Ma il sudore scompare, ogni peso se ne va, la corsa estenuante è solo un vago ricordo, e piano inizi a sentirti a tuo agio.
Tiri fuori il capo dall'acqua, poi il busto. Sei in piedi, con l'acqua che arriva fino all'ombelico.
Scrolli le spalle, e cadono le poche gocce che ancora erano rimaste in bilico sul tuo corpo.
Ti eri preso le tue responsabilità, e anche quelle di altri, che non ti appartenevano, ed hai continuato a correre, più forte che potevi, senza mai fermarti. Non hai ascoltato nessuno, il sudore era un brusio lontano che tentava di fermare la tua corsa. Hai lottato. Hai lottato ferocemente.
Ogni passo, era più pesante del precedente, ma quello scrollarsi di dosso tutto, e buttarsi in acqua ti ha rinvigorito.
Hai preso tutto quello che c'era da prendere, e lo hai fatto da solo, portando un macigno non indifferente. Non hai mollato un attimo. Il rumore assillante del tuo fiato, affannato, corto, vitale, ti ha fatto andare sempre più forte.
Hai sconfitto un milionesimo di vita.