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 la Luna nuova  | 
  
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 Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni  | 
  
Raccolta delle "Riflessioni" pubblicate sul periodico
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     la Luna nuova - Aprile 2008 | 
  
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 "Se 
fossi quello che vorrei essere   | 
    

Mohandas Karamchard Gandhi è il fondatore 
	della non violenza e il padre dell'indipendenza indiana. Nasce il 2 ottobre 
	1869 a Portbandar in India da famiglia benestante. Si laurea in 
	giurisprudenza ed esercita brevemente l'avvocatura a Bombay. Nel 1893 si 
	reca in Sud Africa con l'incarico di consulente legale per una ditta 
	indiana: vi rimarrà per ventuno anni. Qui si scontra con una realtà 
	terribile, in cui migliaia di immigrati indiani sono vittime della 
	segregazione razziale. L'indignazione per le discriminazioni razziali subite 
	dai suoi connazionali (e da lui stesso) da parte delle autorità britanniche, 
	lo spingono alla lotta politica. 
	Si batte per il riconoscimento dei diritti dei suoi compatrioti e dal 1906 
	lancia, a livello di massa, il suo metodo di lotta basato sulla resistenza 
	non violenta, denominato anche Satyagraha: una forma di non collaborazione 
	radicale con il governo britannico, concepita come mezzo di pressione di 
	massa. Gandhi giunge all'uguaglianza sociale e politica tramite le 
	ribellioni pacifiche e le marce. Alla fine il governo sudafricano attua 
	importanti riforme a favore dei lavoratori indiani. 
	Nel 1915 Gandhi torna in India dove circolano già da tempo fermenti di 
	ribellione contro l'arroganza del dominio britannico e diventa il leader del 
	Partito del Congresso, partito che si batte per la liberazione dal 
	colonialismo britannico. Nel 1919 prende il via la prima grande campagna di 
	disobbedienza civile, che prevede il boicottaggio delle merci inglesi e il 
	non pagamento delle imposte. Subisce un processo ed è arrestato. Viene 
	tenuto in carcere pochi mesi, ma una volta uscito riprende la sua battaglia.
	
	Nel 1930 organizza la marcia del sale: disobbedienza contro la tassa sul 
	sale, la più iniqua perché colpiva soprattutto le classi povere. La campagna 
	si allarga con il boicottaggio dei tessuti provenienti dall'estero. Gli 
	inglesi arrestano Gandhi, sua moglie e altre 50.000 persone. Spesso 
	incarcerato anche negli anni successivi, Gandhi risponde agli arresti con 
	lunghissimi scioperi della fame. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale 
	decide di non sostenere l'Inghilterra se questa non garantirà all'India 
	l'indipendenza. Il governo britannico reagisce con l'arresto di oltre 60.000 
	oppositori e dello stesso Gandhi, che è rilasciato dopo due anni. Il 15 
	agosto 1947 l'India conquista l'indipendenza. Gandhi vive questo momento con 
	dolore, pregando e digiunando. Il subcontinente indiano è diviso in due 
	stati, India e Pakistan, la cui creazione sancisce la separazione fra indù e 
	musulmani e culmina in una violenta guerra civile che costa, alla fine del 
	1947, quasi un milione di morti e sei milioni di profughi. L'atteggiamento 
	moderato di Gandhi sul problema della divisione del paese suscita l'odio di 
	un fanatico indù che lo uccide il 30 gennaio 1948, durante un incontro di 
	preghiera.