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Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni |
Raccolta delle "Riflessioni" pubblicate sul periodico
la Luna nuova - Aprile 2007 |
"Le divergenze
d'opinione |
Mohandas Karamchard Gandhi è il fondatore
della non violenza e il padre dell'indipendenza indiana. Nato il 2 ottobre
1869 a Portbandar in India da famiglia benestante. Si laurea in
giurisprudenza ed esercita brevemente l'avvocatura a Bombay. Nel 1893 si
reca in Sud Africa con l'incarico di consulente legale per una ditta
indiana: vi rimarrà per ventuno anni. Qui si scontra con una realtà
terribile, in cui migliaia di immigrati indiani sono vittime della
segregazione razziale. L'indignazione per le discriminazioni razziali subite
dai suoi connazionali (e da lui stesso) da parte delle autorità britanniche,
lo spingono alla lotta politica. Si batte per il riconoscimento dei diritti
dei suoi compatrioti e dal 1906 lancia, a livello di massa, il suo metodo di
lotta basato sulla resistenza non violenta, denominato anche Satyagraha: una
forma di non collaborazione radicale con il governo britannico, concepita
come mezzo di pressione di massa. Gandhi giunge all'uguaglianza sociale e
politica tramite le ribellioni pacifiche e le marce. Alla fine il governo
sudafricano attua importanti riforme a favore dei lavoratori indiani. Nel
1915 Gandhi torna in India dove circolano già da tempo fermenti di
ribellione contro l'arroganza del dominio britannico e diventa il leader del
Partito del Congresso, partito che si batte per la liberazione dal
colonialismo britannico. Nel 1919 prende il via la prima grande campagna di
disobbedienza civile, che prevede il boicottaggio delle merci inglesi e il
non pagamento delle imposte. Subisce un processo ed è arrestato. Viene
tenuto in carcere pochi mesi, ma una volta uscito riprende la sua battaglia.
Nel 1930 organizza la marcia del sale: disobbedienza contro la tassa sul
sale, la più iniqua perché colpiva soprattutto le classi povere. La campagna
si allarga con il boicottaggio dei tessuti provenienti dall'estero. Gli
inglesi arrestano Gandhi, sua moglie e altre 50.000 persone. Spesso
incarcerato anche negli anni successivi, Gandhi risponde agli arresti con
lunghissimi scioperi della fame. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale
decide di non sostenere l'Inghilterra se questa non garantirà all'India
l'indipendenza. Il governo britannico reagisce con l'arresto di oltre 60.000
oppositori e dello stesso Gandhi, che è rilasciato dopo due anni. Il 15
agosto 1947 l'India conquista l'indipendenza. Gandhi vive questo momento con
dolore, pregando e digiunando. Il subcontinente indiano è diviso in due
stati, India e Pakistan, la cui creazione sancisce la separazione fra indù e
musulmani e culmina in una violenta guerra civile che costa, alla fine del
1947, quasi un milione di morti e sei milioni di profughi. L'atteggiamento
moderato di Gandhi sul problema della divisione del paese suscita l'odio di
un fanatico indù che lo uccide il 30 gennaio 1948, durante un incontro di
preghiera.