la Luna nuova

Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni 

 

 

Editorial&Terza pagina

 

Raccolta degli editoriali  e della rubrica "Senz'offesa" pubblicati sul periodico

 

 

Indice

 


la Luna nuova  -  Dicembre 2006


 

 

 


Editoriale


 

 

 

 

La politica al servizio del bene comune
 


di
Mauro Fantini

 



La politica è servizio per il bene comune ed è un impegno nobile ed esigente.
Ha a che fare con il potere e il suo ruolo viene esercitato attraverso questo strumento specifico.
Purtroppo questo principio viene spesso ignorato nella pratica, spingendo noi tutti alla perdita di fiducia nel concetto di bene comune, con conseguente declino dello spirito di solidarietà, cemento che unisce gli individui di una società.
Tre consigli a chi pratica la politica per riavvicinare la gente a questa antica e nobile arte.

Il linguaggio.
Le parole devono essere semplici e chiare.
Al di là delle apparenze i politici devono essere accessibili, vicini ai problemi reali, capaci di ascolto e di dialogo con tutti.

La credibilità.
Non cercare solo di occupare i posti di potere per mantenerli possibilmente fino alla pensione.
C'è uno stile di vita e di governo che la gente sa riconoscere e che ama: è fatto di parole chiare, di modi semplici, di uomini e donne che, prima di essere "politici", sono persone coerenti e credibili, capaci di rientrare, una volta assolto il mandato, nella vita di tutti i giorni.

Il servizio.
Per troppi il potere - o l'illusione del potere - è il fine e non il mezzo attraverso cui esercitare la propria attività.
Per troppi "un pugno di dollari" è più importante della propria coscienza.
Questo avviene in tutte le professioni, ma questo non può avvenire negli amministratori e governanti i quali devono essere sempre in grado di trasmettere valori.
A loro viene chiesto, più che agli altri, di saper rinunciare al "pugno di dollari".

 

 

 

 

 

 

 


Terza pagina

Senz'offesa


 

 

 

AVAP: permetteteci una riflessione
 

Nei mesi di settembre e ottobre 2006 l'AVAP ha organizzato alcuni incontri per informare i cittadini sulle difficoltà che l'associazione sta passando, soprattutto a causa del basso numero di volontari attualmente in servizio. Ci è tornato alla memoria un articolo, pubblicato sul numero di luglio del 2001 de la Luna nuova, in cui si affrontavano gli stessi argomenti, articolo che a sua volta si richiamava ad un editoriale de "la Luna nel pozzo" di alcuni anni prima; dunque di questi argomenti si parla già da qualche tempo.
Pensiamo che il punto centrale del problema sia il fatto che i volontari AVAP si trovano a dover affrontare e gestire anche le situazioni di emergenza-urgenza.
In effetti bisogna considerare che questo tipo di volontariato è peculiare; senza nulla togliere agli altri settori del variegato mondo del volontariato, quello della "pubblica assistenza" è un'attività di altissimo valore, che richiede impegno e preparazione continua oltre a comportare una certa responsabilità.
E qui siamo al punto: la responsabilità personale. Abbiamo usato a proposito questa parola perchè, parlando con alcuni volontari ed ex-volontari (che non "hanno trovato scuse per uscire dall'AVAP"), emerge che è proprio il timore, o la consapevolezza, di non possedere pienamente le capacità necessarie ad assolvere un compito così importante e delicato che induce molti a rinunciare. Nell'ultimo incontro è stato detto che in tutta la provincia l'emergenza-urgenza è gestita soprattutto da volontari, che i corsi a cui partecipano sono altamente qualificati e riconosciuti, che "se non ci pensano i volontari non ci pensa nessuno", perchè l'azienda USL non ha a disposizione infermieri e fondi, che da quando c'è l'AVAP a Palagano non si sono mai avute denunce... Tutto vero. Ed è pure necessario ed inevitabile fare i conti con questa realtà.
A questo punto vorremmo solamente, senza alcun intento polemico o critico, ma solo ed esclusivamente con spirito di onestà e di collaborazione, proporre alcuni spunti di riflessione che potrebbero essere utili (chi scrive è da sempre volontario in diversi settori e crede fortemente in questa meravigliosa risorsa).
Riteniamo che oggi (diciamo oggi perchè obiettivamente negli ultimi anni le cose sono cambiate in modo sostanziale) la gestione dell'emergenza-urgenza (quelle situazioni, cioè, in cui c'è un pericolo serio per la salute o per la vita) debba essere fatta da professionisti; se ci pensiamo un po' siamo passati da una sorta di "taxi sanitario" dei primi anni (dove i pazienti venivano caricati in ambulanza e semplicemente portati al più presto in ospedale), ad ambulanze dotate di attrezzature medicali avanzate; alla elaborazione di procedure e protocolli d'intervento (in continua evoluzione) che hanno soppiantato il primitivo modo di agire basato essenzialmente su poche nozioni di base, sul buon senso, e sull'assunto che "l'importante era non fare danni"; alla possibilità, anche per il personale infermieristico, di usare farmaci. In sintesi: oggi è anche necessario sapere e potere fare.
La nostra situazione poi é resa più difficile dalla distanza dagli ospedali. E' vero che nella maggioranza dei casi urgenti si ha a disposizione l'elisoccorso, oppure l'intervento rapido degli infermieri da Montefiorino, ma è pur vero che si possono creare situazioni in cui un equipaggio di volontari, che è comunque stato abilitato all'emergenza-urgenza, si trovi a gestire situazioni critiche autonomamente.
Vorremmo portare quindi l'attenzione su due punti che consideriamo fondamentali:
1. in situazioni di emergenza-urgenza è necessario fornire un'assistenza sanitaria qualificata a tutti i cittadini;
2. bisogna permettere ai volontari di continuare ad esercitare il proprio prezioso servizio con serenità.
Suggeriamo alcune soluzioni, certamente non esaustive, ma che possono servire come argomento di riflessione:
1. organizzare equipaggi misti volontario-infermiere, come già avviene il sabato e la domenica;
2. considerare le esperienze di altre realtà, ad esempio Pievepelago, dove le situazioni di emergenza-urgenza sono gestite dai volontari assieme ai medici di famiglia all'interno di uno specifico progetto;
3. si potrebbe anche pensare a volontari adeguatamente addestrati e periodicamente aggiornati (necessità per chi non pratica queste attività per mestiere e soprattutto nei nostri posti dove gli interventi sono pochi e si rischia di perdere le capacità acquisite in un corso).
Sono questi alcuni spunti di riflessione che potrebbero servire come base di discussione per giungere ad una soluzione ottimale e soddisfacente per tutti in modo tale da offrire un servizio con le caratteristiche della professionalità in serenità e sicurezza.

 


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