la Luna nuova

Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni 

 

 

Editorial&Terza pagina

 

Raccolta degli editoriali  e della rubrica "Senz'offesa" pubblicati sul periodico

 

 

Indice

 


la Luna nuova  -  Dicembre 2004


 

 


Editoriale


 

 


Vento del nord

di
Gabriele Monti

 



Una sera, casualmente, mi sono messo a guardare un film dal titolo ”Chocolade”, era trasmesso su RAI 1.
Dal titolo apparentemente banale, così come la trama, è un film che consiglierei a tutti coloro che pensano di avere la verità in tasca, che non mettono in discussione le proprie idee, considerando chi non la pensa alla stessa maniera esseri inferiori o malvagi, senza arrivare a capire che se non c'è il confronto si viene inevitabilmente travolti, oltrepassati dagli eventi.
Il film si apre con l'arrivo di una signora e sua figlia in un paesino del profondo nord-ovest francese, paese che per una qualche ragione era rimasto isolato quindi molto retrogrado; immaginatevi quindi cosa può essere successo quando gli abitanti si vedono arrivare una signora con una figlia, ma senza il marito, atea, che porta scarpe rosse e che vuole aprire una cioccolateria nella settimana di Pasqua!
Il sindaco della cittadina, autorità civile e religiosa, fa di tutto per isolare la signora e indurla ad andarsene, ma lei con dolcezza ed intelligenza riesce pian piano ad avvicinare qualche persona.
Inutile dire che le prime persone che si "compromettono" sono quelle emarginate dal loro stesso gruppo: una vecchia malata di diabete che sa di essere prossima alla morte, ma non vuole andare a “marcire” in un ospizio; una donna che tutti consideravano mezza matta, ma poi si scopre che il marito, grezzo e violento, la maltrattava e la picchiava; un vecchietto che, corroso dai rimpianti, si era isolato col suo cagnolino.
E lei con la sua dolcezza, ascoltandoli e condividendo i loro problemi, riesce ad aprire i loro cuori e a far ritrovare se stessi. Da ultimo anche il sindaco, il suo più grande nemico, deve arrendersi all'evidenza e rassegnarsi all'idea di aver perso la moglie (ufficialmente, da diversi mesi, in vacanza a Venezia).
Il film si chiude, come si era aperto, con un forte vento: il vento del nord che quando arriva spazza via tutto.
La visione di questo film mi ha dato lo spunto per ricollegarmi al discorso che abbiamo portato avanti negli ultimi numeri del nostro giornale: il confronto, la paura del diverso e del nuovo. Tutti abbiamo sott'occhio il fenomeno dell'immigrazione che c'è stata negli ultimi anni anche nei nostri luoghi; ascoltando la gente, quella stessa che ha avuto famigliari emigrati (neppure tanto tempo fa), o quella che va in chiesa tutte le domeniche e magari anche durante la settimana a pregare quel "Padre Nostro" per il quale siamo tutti fratelli, si rimane a dir poco sconcertati, vengono fuori delle considerazioni che fanno vergognare chi si considera abitante di un paese civile e democratico.
Penso che dietro a questa presa di posizione ci sia in fondo la paura; paura di dover cambiare abitudini radicate, paura di rompere fragili equilibrii, spesso basati su falsità o futilità, ma che ti permettono di condurre una vita “facile”, paura di dover mettere a nudo i propri ideali e magari scoprire di non averne. Dobbiamo renderci conto che quando arriva “il vento del nord”, non possiamo fermarlo e se non siamo preparati ad accettarlo e a piegarci ad esso, lui ci spazzerà via assieme a tutte le nostre pseudo verità.
Ma c'è anche un'altra chiave di lettura del film: la cioccolata; la signora avvicinava i passanti invitandoli ad assaggiare un dolcino che magari aveva appena fatto, usava cioè la cioccolata come pretesto per iniziare un dialogo, non solo ma cercava di capire quale fosse quella che piaceva di più alla persona che aveva davanti; cercava di capire le persone con la dolcezza, facendosi “uno con l'altro”, solo così puoi entrare nel cuore di una persona, questo è l'atteggiamento giusto che dobbiamo avere verso l'altro se vogliamo creare dei rapporti veri e crescere noi stessi.
Questo giornale ha già affrontato diverse volte questo importante argomento, convinti come siamo che, se vogliamo dare un senso vero alla nostra esistenza, abbiamo bisogno di ricercare il dialogo,di non rifiutare il confronto,anche con chi la pensa diversamente, rispettando le opinioni degli altri; convinti inoltre che in una società multietnica come la nostra, ci sono stupende opportunità di crescita.

 

 

 

 

 

 

 


Terza pagina

Opinioni



 

 

Sempre più, carissima Luna, non nel pozzo ma… Nuova.
Leggendo l’ultimo numero del vostro periodico, mi sono sentito coinvolto dall’appello accorato della gentile mamma oltre che lettrice della Luna che continua ad incitare tutti i cittadini ad una presa di coscienza con l’appello: “Insieme potremo fare di più e meglio”.
Sono convinto che non ci sono altre strade per trasmettere le proprie idee, ci vuole tanta buona volontà e spirito di fratellanza e si può sognare un futuro migliore. Non sono utopie! Bisogna perseverare.
L’appello della mamma Monica Montanaro, segue un altro precedente appello sul numero di luglio 2003 che titolava: “E i nostri figli?” Io mi ero permesso di scriverle per dare una mia personale interpretazione a questo suo desiderio per cercare di capire perché possono verificarsi delle condizioni così disumane nella vita di tutti i giorni, specie se si tratta di bambini. Ora mi accorgo che questa mamma torna alla carica con un ulteriore quesito riguardante: “L’istinto materno e l’amore indissolubile di una madre verso il proprio figlio, dove sono andati a finire?” Questa volta, come vede, rendo pubblica la mia risposta, sempre ben sperando che qualcun altro ci dia una mano… La mia idea, come le avevo scritto, è che tutto ciò sta accadendo perché ci siamo allontanati da uno stile di vita che era basato sul rispetto delle leggi universali e da quei valori che rappresentavano proprio la Legge Superiore dettata dal Creatore e che è parte integrante della vita stessa. Il rispetto di tale legge significa: saggezza, bontà d’animo, amore per sé stessi e per gli altri, comprensione, conoscenza, generosità, gratitudine per aver ricevuto in dono la vita e per poterla trasmettere ai propri figli, significa anche: rispetto per tutte le creature che con noi coabitano su questa terra. Quindi ognuno di noi, se decide di rispettare tali ammaestramenti, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità per ciò che gli compete, senza continuare ad isolarsi e a chiudersi in se stesso. Per fare questo non c’è bisogno di frequentare scuole, seminari o congressi, c’è solo bisogno di “riflettere”, come scrive anche la signora Cristiana Sorbi che incita a perseverare solo per ottenere della “gratitudine” e nient’altro.
L’uomo nel corso dei secoli si è sempre chiesto il perché delle cose che accadevano, ma non ha mai saputo dare delle risposte assennate, concrete ai suoi interrogativi, proprio per il fatto di aver sempre ragionato in termini “materialistici”. Il rispondere con logica, con sentimento e con le dovute riflessioni alle sue domande, avrebbe dato a chiunque “il senso della vita”, per lo meno della sua vita terrena. Anche se la risposta non era la verità assoluta, ma una semplice illusione, il fatto stesso di aver tentato di farlo, lo avrebbe messo comunque in condizione di essere sempre più coerente con la sua coscienza e quindi non si sarebbe comportato come purtroppo si comporta molto spesso cioè: da incosciente.
Penso di non aggiungere altro e per addolcire la pillola, agli amici lettori, riporto una storiella che circolava un po’ di anni fa nell’ambiente di lavoro, ma potrebbe servire come monito per qualsiasi situazione da risolvere nella vita di tutti i giorni.

Questa è la storia di quattro personaggi chiamati: OGNUNO, QUALCUNO, CIASCUNO, NESSUNO.
C’era una volta un lavoro importante da fare, oppure una certa situazione da risolvere in qualsiasi campo.
OGNUNO era sicuro che QUALCUNO l’avrebbe fatto. CIASCUNO avrebbe potuto farlo ma… NESSUNO lo fece.
La storia finì che CIASCUNO incolpò QUALCUNO perché NESSUNO fece ciò che OGNUNO avrebbe potuto fare

Cordiali saluti.

 


Francesco Discienza - Rovolo


Indice