la Luna nuova |
Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni |
Editoriali&Terza pagina
Raccolta degli editoriali e della rubrica "Senz'offesa" pubblicati sul periodico
la Luna nuova - Marzo 2004 |
Editoriale |
Il coraggio delle proprie idee
"Ogni dialogo, perfino quello che implichi paura, minaccia,
autopunizione ci sembra meglio della totale assenza"
(Kaplan Louise)
Prima lettera: "Cara luna (...) io ti ringrazio perchè so che qualcosa farai e
mi scuso se non mi posso firmare ma temo la vendetta (...)".
Seconda lettera: "(...) a Palagano molti se lo chiedono (...) I cittadini di
Palagano per omertà e/o paura tollerano o parlano sotto voce... E il vigile
cadde in disgrazia... Sperando che qualche quotidiano di informazione pubblichi
(...)". Firmato "Un gruppo di cittadini di Palagano".
Due lettere anonime. Due lettere "denuncia" con pesanti accuse, ma anche con
interessanti spunti di riflessione per tutti. Due lettere non firmate.
Da sempre diciamo che la Luna pubblica solo lettere firmate.
Se qualcuno proprio non se la sente di pubblicare il proprio nome è possibile
ricorrere alla convenzionale "lettera firmata" (già alcune volte è capitato) che
tuttavia presuppone che almeno i componenti della redazione siano a conoscenza
dell'autore, se non altro per non correre il rischio di strumentalizzazioni. In
passato più di una volta sono state pubblicate lettere particolarmente "dure".
Queste due lettere (ma sono solo le ultime) ci inducono a pensare, invece, che
ci sia una sorta di timore reverenziale, quando addirittura una vera e propria
paura, nei confronti di certe persone della nostra comunità; si ha l’impressione
che quando si vanno a toccare gli interessi di alcuni, e quindi a smuovere il
nostro quieto vivere, emerge quell’istinto di conservazione che induce a
nascondersi, a ripararsi dietro una maschera di anonimato e di omertà.
E qui sta il punto.
Noi pensiamo che ognuno debba assumersi il coraggio delle proprie idee e che
tutte le persone dotate di un minimo di intelligenza conoscano il valore e la
necessità di rispettare le opinioni altrui e l'importanza del saper confrontarsi
con chi la pensa diversamente.
Questo riteniamo sia il normale e corretto modo di affrontare le questioni,
anche le più delicate.
E' vero, non tutti la pensano così, anzi a volte si ha la sensazione che ci sia
la tendenza a delegare ad altri l'esposizione delle proprie idee, il fare le
proprie "crociate", il manifestare le proprie, anche sacrosante, opinioni.
Una società matura è fatta di persone che sanno confrontarsi tra di loro con
onestà, intelligenza e rispetto; che sanno difendere le proprie idee, ma che
sanno anche capire quando hanno torto e sono capaci di cambiare opinione.
Mettersi in discussione, ricercare continuamente, maturare, confrontarsi,
riflettere ed anche saper cambiare idea è indice di ricchezza morale e
intellettuale.
Terza pagina |
La forza del confronto
L'editoriale pubblicato nel numero scorso ha provocato diverse reazioni, sia di approvazione che di critica. Pubblichiamo qui le considerazioni di due lettori. Noterete che entrambi si dichiarano d'accordo con le tesi da noi sostenute. Non possiamo invece pubblicare le opinioni contrarie in quanto al di là delle critiche ("il potere logora chi non ce l'ha"), delle accuse ("La luna non deve fare politica...") o peggio ("Sì, ogni tanto leggo quel giornalaccio") ricevute a voce nessuna di queste persone ha ritenuto (o ha avuto il coraggio?) di scrivere. Per noi questo modo di comportarsi dimostra che ancora di strada da fare ce n'è tanta.
Egregio Direttore,
mi preme porgere a lei e alla Direzione tutta de "la Luna” un caloroso plauso
per l'impegno che portate avanti nella diffusione del vostro periodico.
I “pensieri” sono energie e scaturiscono da un equilibrio energetico personale e
potrebbero influenzare la vita di ognuno di noi, in positivo o in negativo.
A parte la digressione, le confesso che fin da quest'estate volevo inviare alla
Redazione lo scritto che allego in copia, da me pubblicato nel '95 su altro
periodico di Milano.
Oggi, leggendo il suo articolo di fondo “Il valore del confronto” posso
assicurarle che mi trova pienamente consenziente.
Sono fermamente convinto che occorre la partecipazione di tutti per risolvere i
problemi e non si può rimproverare gli altri perchè non fanno: è facile
demandare per poi criticare l'operato.
Qualsiasi iniziativa, decisione, partecipazione alla vita, sul territorio dove
uno vive e svolge la propria attività, dipende anche da noi, come anche noi
stessi siamo in parte responsabili, con il nostro comportamento, della mancata
funzionalità delle stesse istituzioni; significa creare veramente una nuova
coscienza collettiva.
Il tutto però deve sempre essere fatto nel rispetto delle regole e delle Leggi
Superiori che sono parte integrante della vita (vedere il mio scritto pubblicato
in luglio).
Ringrazio tutti.
Francesco Discenza
(Milano)
Carissima Luna,
affido sempre con tanto piacere, a te le mie piccole riflessioni. Vedo che stai
diventando, sempre di più, un vero strumento di dibattito e di confronto.
Complimenti! Mi riferisco al tuo editoriale “Il valore del confronto”, che
condivido in pieno.
Permettimi, dunque, di metterci lingua; sono molto sensibile a questa tematica,
avendo fatto per dieci anni (due legislature) il consigliere comunale, e per tre
anni anche l’indegno presidente della Comunità Montana. Nella prima legislatura
risultai il primo degli eletti, nella seconda, per aver sollevato il problema
dell’inquinamento ambientale, fui penultimo. Come vedi conosco bene il problema,
e so anche quanto tu abbia ragione quando dici, con un filo di amarezza, che
quello del confronto, a quanto pare “non è strumento amato da noi palaganesi”.
Non voglio entrare nel merito della faccenda in oggetto, (parfum de porc) perché
non la conosco bene, ma nel modo di condurre le cose sì, perché a volte il modo
diventa sostanza.
Ci sono dei problemi che non hanno colori, anche se a volte hanno odori, e vanno
affrontati, discussi e, possibilmente, risolti democraticamente, proprio col
dialogo. Non si tratta di colpevolizzare chichessia, si tratta di affrontarli
guardandoci negli occhi. Bene, quindi, ha fatto la capogruppo Gazzetti
Elisabetta a promuovere questo incontro; male, malissimo ha fatto il gruppo di
maggioranza a disertare l’incontro. Fossi stato io il Sindaco mi ci sarei fatto
portare, magari, in barella, anzi l’avrei promosso io. Non si può fuggire
davanti ai problemi, visto poi che a Palagano i problemi non mancano,
incominciando dal commercio, al turismo, allo sport (vedi campo sportivo di
Costrignano), eccetera. Nessuno si offenda perché quando si è in politica si
deve prendere il bello e il cattivo tempo. Comunque ne riparleremo ancora.
Cordialissimi saluti a tutti.
Ugo Beneventi
Qui sotto riportiamo lo scritto di Francesco Discenza pubblicato su un periodico
milanese nel mese di settembre dell'anno 1995 ma i cui contenuti appaiono
tuttora attuali.
"Modello di sviluppo"
di
Francesco Discenza
Prima di iniziare un discorso sul "Modello di sviluppo" della nostra società,
diciamolo pure, la famosa "Dichiarazione sull'ambiente umano" approvata il
16/6/1972 dalle 110 delegazioni che avevano partecipato alla Conferenza dell'ONU
tenutasi a Stoccolma, dove si diceva che: "La lotta all'inquinamento non è
basata esclusivamente su Leggi e Decreti emanati dai singoli Stati o da
Organizzazioni mondiali come OMS-OCSE, ma si fonda soprattutto sullo spirito di
collaborazione dei cittadini (ecco il richiamo ad una educazione ambientale che
non si basa su discorsi di restrizioni, multe, denunce), ma sono i cittadini
stessi che devono collaborare nella lotta contro i reati di tipo ecologico.
Ogni cittadino può portare a conoscenza delle Autorità competenti, fatti che
egli ritiene possano recare pregiudizio a sè e agli altri".
Questo richiamo alla dichiarazione sull'ambiente umano mi dà la possibilità di
introdurre il tema di oggi che è quello del modello di sviluppo "sostenibile"
come lo definiva Aurelio Paccei, grande uomo, laureato in scienze economiche e
fondatore del famoso "Club di Roma" con tantissimi altri scienziati del mondo
economico ed industriale. Prese il nome di Club di Roma perchè la prima riunione
del gruppo fu tenuta nel 1968 nella sede dell'Accademia dei Lincei alla
Farnesina.
Dietro richiesta specifica il M.I.T. (Massachusset Institute of Tecnology)
svolse una ricerca approfondita sui "dilemmi dell'umanità" nel contesto mondiale
dell'interdipendenza e delle interazioni dei cinque fattori critici dai quali
dipende la sorte dell'umanità intera, definendo chiaramente i limiti fisici e le
costrizioni relativi alla moltiplicazione del genere umano e alla sua attività
materiale sul nostro Pianeta.
Ed ecco i cinque fattori critici: "Aumento della popolazione", "Produzione di
alimenti", "Industrializzazione", "Esaurimento delle risorse naturali",
"Inquinamento".
Più che una soluzione, il metodo riduzionista, che consiste nell'affidarsi
essenzialmente ad un solo fatto, o ad una misura specifica, per risolvere la
multiforme crisi umana, lo possiamo paragonare ad una "cura dei sintomi" senza
guarire la malattia (restando quindi insoluti tutti i problemi).
Il paragone calza a pennello con la Medicina Energetica o Naturale che vede
l'essere umano nella sua complessità.
L'alternativa consiste nel fare ricorso alla "saggezza", cosicchè l'umanità
possa vivere in pace con la natura.
Nessun altro problema può essere, non dico risolto, ma nemmeno affrontato
adeguatamente, nessuno sviluppo economico e sociale è possibile, nessun
programma può rivelarsi realistico e nessuna eredità di quanto consideriamo
prezioso può essere lasciata ai nostri figli, se non riusciamo una volta per
tutte a vivere in pace e armonia con la natura.
Per creare uno sviluppo sostenibile occorrono processi decisionali politici che
prevedono notevoli sacrifici a breve termine in cambio di obiettivi a lungo
termine e che diano la giusta enfasi alla qualità della vita piuttosto che alla
quantità di produzione economica.
Uno stato sostenibile può essere conquistato solo con l'iniziativa individuale e
con il cambiamento.
Lo stesso Paccei aveva rilevato più volte con enfasi la necessità che "L'umanità
impari a convivere con la natura. Il contatto con gli ecosistemi è necessario al
benessere fisico e psicologico dell'umanità: esso non può essere artificialmente
riprodotto.
E' quindi importante preservare i sistemi naturali e ristabilire il nostro
legame fisico con i cicli e processi naturali".
L'apprendimento e la sperimentazione sociale sono processi stimolanti da
incoraggiare, non da evitare; l'umanità possiede molte capacità cognitive che
non ha ancora sfruttato, gli stimoli al suo genio e alla sua creatività, le
innovazioni che saprà realizzare e l'autogratificazione che l'uomo potrà provare
verranno più dall'impegno di vivere entro i limiti che dallo sforzo di superarli
continuamente (non è producente continuare a cambiare).
Ricollegandomi ai cinque fattori critici sui dilemmi dell'umanità c'è da dire
subito che il punto da focalizzare è contenuto nelle due parole prima rimarcate
e cioè: "interdipendenza - interazione" dei vari fattori.
Prima di proseguire al chiarimento di quanto sopra detto mi preme ricordare il
mio personale giudizio su cos'è l'ecologia. Dal mio punto di vista, confermato
poi da una serie di studi e dall'approfondimento delle tematiche riguardanti
l'applicazione delle medicine energetiche, ecologia è "rispetto della vita e
conservazione degli equilibri generati con la Creazione".
Quindi ecologia è cercare le "connessioni", riflettere, osservare, conoscere.
Alla luce quindi di una base di impostazione del nostro pensiero educato ad
essere positivo, possiamo senz'altro dare la giusta interpretazione
dell'importanza dei cinque fattori critici sui dilemmi dell'umanità, proprio in
funzione dell'interdipendenza e delle interazioni che "immancabilmente" bisogna
considerare.
In uno dei miei scritti precedenti avevo definito "l'ambiente" come lo "spazio
dove interagiscono processi chimico-fisici e biologici", oppure "una entità nata
dall'interazione di componenti, di fattori, di processi".
Quindi un'identità di vedute per poter comprendere fino in fondo il concetto che
si vuole esprimere.
E' impossibile dare delle risposte esaurienti al nostro modello di sviluppo se
non consideriamo contemporaneamente tutti i fattori che concorrono a crearne le
condizioni.
Su questa terra c'è la certezza che esiste in abbondanza tutto il necessario per
soddisfare le nostre esigenze, quello che invece non esiste è la possibilità di
esaudire l'avidità di ognuno di noi. Per questo non può essere proponibile
nessun altro metodo, nè tanto meno uno sviluppo sostenibile, se non quello che
ci porta al recupero dell'originario equilibrio energetico-spirituale.
La Legge Inferiore, non potrà mai, senza la maturazione spirituale
dell'individuo arginare la confusione derivante dal decadimento degli equilibri
generali.