Il canto del Maggio
di Marco Piacentini
Il Maggio drammatico è un'antica forma di teatro popolare che, nata sull'Appennino toscano, si è diffusa anche nei paesi confinanti dell'Appennino modenese e reggiano, come Frassinoro, Romanoro, Morsiano, Asta, Costabona. E' documentata la sua presenza nell'800 sull'Appennino parmense e bolognese.
La sua origine risale alle antiche feste pagane della primavera, (da cui il nome "Maggio"), che si sono trasformate nel corso dei secoli raccogliendo impulsi e suggestioni di varia provenienza; da esse sono così nate diverse forme espressive, una delle quali è il Maggio Drammatico.Da un documento del 1792 che descrive le caratteristiche del Maggio "cantato per antica(!)consuetudine" si desume che già allora la sua struttura fondamentale era quella che si usa ancor oggi.
Il Maggio Drammatico è la rappresentazione scenica, recitata e cantata, di un testo poetico in quartine e ottave, opera di poeti popolari. Gli argomenti dei Maggi classici si rifanno ai poemi epici cavallereschi del Tasso e dell'Ariosto, a leggende medioevali, oppure a favole e racconti di invenzione originale. Più raramente il Maggio si ispira a fatti storici realmente accaduti. Ogni vicenda è comunque sempre rivissuta ed arricchita dalla fantasia e dalla creatività dell'autore. Nei Maggi cantati attualmente le vicende si possono collocare tanto nell'antico Egitto come nel Medioevo, nell'antica Roma come in periodi vicini a noi. Le strofe possono andare dalle 200 alle 500, e la durata di un Maggio può variare dalle 2 alle 4 ore, ed anche più.
Il Maggio si rappresenta all'aperto: un'aia, un prato, una piazza sono i suoi teatri naturali. Le scene si svolgono all'interno di un circolo dove sono simbolicamente posti i vari luoghi-cardine del racconto (castelli, prigioni, selve, fiumi ecc.), indicati da cartelli posti sui "padiglioni", piccoli capanni all'interno dei quali siedono gli attori nei momenti in cui non sono in scena. Attorno al circolo si dispongono gli spettatori. La simbologia usata nella rappresentazione di luoghi è molto semplice: un ramo conficcato nel terreno per il bosco, un nastro azzurro per un fiume o il mare, un cancelletto per la prigione, una treccia che pende dall'elmo per l'attore che interpreta una parte femminile.
Il "maggiarino" (così si chiama l'attore del Maggio) indossa generalmente costumi di fantasia; più raramente costumi storicizzati in base all'argomento della vicenda rappresentata. Il maggiarino classico porta un elmo con cimiero, spada con fodero, ed ha un costume completo di velluto generalmente nero, riccamente ornato con preziosi ricami, con una piccola mantellina quadrangolare che scende dalle spalle sulla schiena. Vestono in modo diverso le donne e i personaggi che si distinguono da guerrieri e cavalieri (il mendicante, il buffone, il frate, l'oste, l'eremita ecc.), e i personaggi di fantasia: es. l'Italia, il Diavolo ecc.
La parte musicale fondamentale del Maggio è il canto della quartina di ottonari, che è costituita da una melodia fissa sulla quale il maggiarino ha la possibilità di fare variazioni o improvvisazioni, rispettandone però rigorosamente la struttura melodica. I momenti più importanti e significativi della vicenda vengono sottolineati con l'uso di metri poetici e melodie diverse (quartina di settenari, ottava e sestina di endecasillabi). Le melodie del canto sono tutte tramandate oralmente.
Il maggiarino dà vita al suo personaggio servendosi oltre che del canto e dell'abbigliamento anche del gesto e del portamento, che, per particolari situazioni del Maggio tradizionale, sono in parte standardizzati. Molto caratteristica è la rappresentazione dei combattimenti dei Maggi epici: i maggiarini incrociandosi di corsa si percuotono con gli scudi e roteano le spade sguainate, con effetto molto spettacolare.
Il canto è intervallato da intermezzi strumentali la cui funzione è quella di mantenere la corretta intonazione del canto, di separare le varie scene e di dar respiro ai maggiarini.
Gli strumenti musicali usati oggi sono generalmente violino, fisarmonica e chitarra.