Home page   Indici/Mappa del sito

Itinerari

Itinerari nelle Valli del Dragone e del Dolo

La via Bibulca

Lunghezza: 30 km - Tempi di percorrenza (indicativi e calcolati senza soste): La Piana-Frassinoro 4 ore; Frassinoro-S. Pellegrino in Alpe 5 ore - Il sentiero è indicato da segnali e tabellato con frecce direzionali bianco-rosse. Si incontrano lungo il percorso fontanine ed aree picnic. Il sentiero è percorribile anche in Mountain Bike. Dislivello totale 1169 metri


Questa via, larga come una mulattiera del giorno d’oggi, ma notevole per l’epoca, già nominata nel diploma carolingio del 781 col nome di via nova, iniziava alla confluenza del fiume Dragone nel fiume Dolo e si portava a Rubbiano, La Verna, Serradimigni, Tolara, Frassinoro, Pietravolta, Monte Roncadello, S. Geminiano, Passo delle Radici, S. Pellegrino quindi in Garfagnana.

L’apertura della via Bibulca o Via dei Buoi (chiamata anche Via Imperiale), forse perchè abbastanza larga da permettere il passaggio di due buoi aggiogati, da alcuni viene fatta risalire all’VIII secolo, agli anni successivi la conquista longobarda della montagna modenese (728 d.C.). Ai Longobardi, infatti, necessitavano agevoli collegamenti tra i vari territori da loro sottomessi (la Garfagnana prima, la montagna modenese dopo).

Altri ritengono che questa via potesse essere stata un tracciato romanico o addirittura pre-romanico riaggiustato.

Lungo la via Bibulca sorgevano alcuni ospizi che servivano da ricovero per i viandanti, ed in particolare a Frassinoro, a S. Geminiano (nei pressi dell’attuale Piandelagotti) e a S. Pellegrino in Alpe.

La via fu spesso oggetto di discordie tra il Comune di Modena ed il Monastero di Frassinoro; nel 1164 Federico I concesse al Monastero i diritti di guida e di custodia, essendo spesso percorsa da bande di briganti, del tratto Ponte di Cornilio-Chiozza, in Garfagnana.

Nel 1522 Ludovico Ariosto, recandosi ad assumere il governo della Garfagnana, sperimentò lo stato disastroso a cui era ridotta la via definendola "iniqua strada".

Attualmente resta solo un breve tratto nei pressi di Piandelagotti.

 

Percorso

Prima tappa: La Piana-Frassinoro

(La Piana (mt 360) - Frassinoro (mt 1131); Lunghezza: 13 km; Tempo di percorrenza: 4 ore)

Percorso Da vedere

[La Piana-Montefiorino (50 min); Montefiorino-La Verna (55 min); La Verna-Frassinoro (2h 15 min)]

 

La Via Bibulca si imbocca presso la località La Piana, alla confluenza del torrente Dragone nel Dolo. In breve si raggiunge l'abitato di Montestefano dove recentemente è stato identificato un sito archeologico risalente all'età del Bronzo.

Dopo 20 minuti di cammino si giunge al primo luogo di sosta posto lungo il sentiero che in questo tratto è largo e ben delineato.Proseguendo per un tratto asfaltato sulla destra sorge l'oratorio della Madonna delle Grazie.

Si prosegue fino a raggiungere un sentiero in salita che conduce alla struttura di controllo del metanodotto e in corrispondenza di quest'ultimo si svolta a destra per arrivare all'incrocio con la strada e alle prime case di Montefiorino. Oltrepassato il centro del paese si giunge ad un incrocio nel quale si segue la freccia per Frassinoro. Si prosegue lungo la strada in salita fino ad incontrare sulla sinistra un gruppo di case appena prima delle quali, sulla destra, si imbocca un sentiero sterrato che scende per poi divenire pianeggiante. Si raggiunge un bivio di cui si prende il ramo di sinistra che sale e incontra poco dopo un successivo bivio che ancora si segue a sinistra. Si giunge ad un spiazzo dove si trova un bel metato recentemente ristrutturato e si continua a sinistra in salita fino alla strada provinciale che si segue per alcune decine di metri fino ad imboccare a dx un sentiero ghiaiato che sale a fianco di un boschetto di conifere. Dopo circa 300 metri si oltrepassa un incrocio per raggiungere dopo un lungo tratto la strada asfaltata sulla quale si svolta a sinistra, si giunge quindi all'abitato di La Verna e all'incrocio con la strada provinciale si svolta a destra.

Si segue la strada provinciale per circa cinque minuti fino ad imboccare un'altra strada nei pressi di una piccola chiesa. sulla sinistra qualche centinaio di metri più in basso si scorge la chiesa di Casola mentre sul versante opposto della valle si vede Palagano.

Si percorre questa strada fino ad un bivio nel quale si svolta a destra in salita fino ad incrociare nuovamente la strada provinciale. Svoltando a sinistra, dopo 300 metri si giunge al borghetto di Lavacchio. Si segue la strada ignorando a destra una strada asfaltata e dopo 150 metri, in prossimità di alcune quercie sulla sinistra della strada si imbocca un sentiero che scende. Il percorso prosegue a destra, attraversa un piccolo ruscello e comincia a salire divenendo strada asfaltata. In breve si raggiunge l'abitato di Serradimigni.

Si prosegue a sinistra sulla provinciale per svoltare dopo 100 metri a destra e subito dopo in salita verso il bosco. Al bivio successivo si tiene la sinistra per poi girare a destra in prossimità di una casa sul sentiero che si ricongiunge sulla provinciale che si segue a sinistra per soli 20 metri per poi svoltare a destra su una carreggiata che scende. Sulla sinistra si scorge il Monte Cantiere e i massi ofiolitici nei quali sono scavate le Miniere di Toggiano.

Si prosegue fino ad una strada ghiaiata che si imbocca a destra e che conduce al borgo di Tollara. Dopo le prime case diroccate si svolta a sinistra su un sentiero che scende ripido e raggiunge, dopo aver svoltato a destra, un punto sosta con tavolo e panchine. Poco oltre si svolta a sinistra su ampia strada ghiaiata che conduce al borgo di Mercato Vecchio che si oltrepassa fino ad imboccare a destra un'altra strada ghiaiata. Si percorre la strada fino ad un incrocio che, a sinistra, conduce al borgo di Aradonica.

Poco prima del borgo si gira a destra su una carreggiata che sale e oltrepassa alcuni ruscelli fino a un sentiero nel quale si svolta a dx e dopo pochi metri gira a sinistra in salita. Si prosegue fino a raggiungere le prime case di Frassinoro e infine la piazzetta del municipio.

 


Pieve di Rubbiano

Scheda


A poca distanza dal sentiero è possibile visitare la Pieve di Rubbiano, uno dei più rappresentativi esempi di romanico della provincia sia per la valenza architettonica e storica dell'edificio, sia per lo stato di conservazione. La Pieve sembra sia stata fondata verso l'VIII secolo. Fungeva anche da ospizio per i viandanti grazie alla sua ubicazione nei pressi della via Bibulca. L'attuale aspetto risale ad una ricostruzione dell'XI-XII secolo. All'interno colonne con capitelli neocorinzi. All'ingresso è posta una acquasantiera scolpita che si ritiene risalente al XII secolo.

 

 


Vitriola

Scheda


Vicinissima a Montefiorino si trova Vitriola dove sorge la chiesa di S. Andrea fondata attorno al XII secolo esempio di arte romanica.

A Vitriola si possono ancora ammirare esempi di Case-forti, forme architettoniche tipiche del XIII secolo e case-torri (sec. XIV e XV).

 

 


Montefiorino

Scheda


Il centro di Montefiorino è dominato dalla mole possente della rocca medioevale. Al medioevo risale anche la torre del Poggio mentre di epoca posteriore è la piccola cappella dell’oratorio degli Zerbini. Il territorio di Montefiorino faceva parte dei possedimenti che Beatrice di Lorena, madre di Matilde di Canossa, assegnò alla Abbazia di Frassinoro al momento della sua fondazione (1071).

Durante la seconda guerra mondiale, questi luoghi furono teatro di una intensa attività partigiana che culminò, nel 1944, nella creazione della prima Repubblica Partigiana d’Italia. Montefiorino è stato insignito della medaglia d’oro al valore militare. 

All’interno della splendida rocca medioevale, è stato allestito un museo dove sono state raccolte testimonianze della Repubblica.

 

Seconda tappa: Frassinoro - San Pellegrino in Alpe

(Frassinoro (mt 1131) - San Pellegrino in Alpe (XXXX); Lunghezza: XX km; Tempo di percorrenza: X ore)

Percorso Da vedere

[Frassinoro-Pietravolta (1h 45min; Pietravolta-S. Geminiano (1h 35min); S. Geminiano-S. Pellegrino in Alpe (1h 40min)]

 

Dalla piazza del municipio di Frassinoro si imbocca la strada posta di fronte, si prosegue per alcuni metri e si svolta nella prima strada a sinistra, tenendo a sinistra la farmacia. Oltrepassato, a sinistra, il campo di calcio e raggiunta la chiesa si volta a destra, in salita, in prossimità dell'incrocio posto di fronte ad essa. Dopo 300 metri si arriva ad un incrocio dove si volta a sinistra, si prosegue per un altri centinaio di metri e, tra il civico 198 e il 200, si svolta in una strada posta sulla dx. Raggiunto un bivio si svolta a sinistra e dopo poco ancora a sinistra proseguendo diritto su fondo ghiaiato per circa 1 km in salita.

Il sentiero poi si dirama a sinistra, nei pressi di un palo del metanodotto e seguendo questa direzione ed avanzando in discesa giunge all'incrocio con la provinciale 32 nella quale si prosegue a destra.

Dopo 10 minuti di cammino si arriva al borgo Il Monte; subito dopo l'abitato nei pressi di un edificio in pietra si volta a sinistra su un sentiero che incrocia nuovamente la provinciale che si percorre girando a sinistra. Nei pressi di una grossa stalla si gira a sinistra imboccando una strada sterrata a fianco del bosco fino a un bivio del quale si segue il ramo destro che ancora prosegue a fianco del bosco fino a immergervisi completamente. All'incrocio con la strada ghiaiata si svolta a destra per tornare sulla provinciale e girare a sinistra fino al cartello di Madonna di Pietravolta.

Si svolta a destra su un sentiero in salita che dopo un breve tratto conduce prima alla strada asfaltata, poi al centro del paese. Da qui si prosegue in direzione di Piandelagotti e percorsi 100 metri, sulla destra, al numero civico 31 si raggiunge un'officina con a fianco una stradina asfaltata in cui si svolta. Dopo alcuni metri la strada diviene ghiaiata e sale ripidamente incontrando un bivio nel quale si svolta a destra imboccando la strada che sale e da cui si scorge la Diga di Fontanaluccia.

Si continua a salire mantenendo nel reticolo dei sentieri esistenti il sentiero centrale che giunge ad un crinale ghiaioso oltre il quale si entra nel bosco. Al bivio successivo si tiene la sinistra: il sentiero è ben delineato e prosegue in discesa oltrepassando un cancelletto e giungendo all'abitato de La Canalaccia. Si prosegue fino alla strada asfaltata girando a destra e riprendendo dopo circa 100 metri il sentiero sulla sinistra in discesa che oltrapassa una cappella votiva posta sulla destra e giunge ad un ponticello di legno. Lo si oltrepassa svoltando a sinistra e dopo alcuni metri a destra, in salita, si segue il sentiero che conduce fino alla strada provinciale a al punto di sosta con tavolo e panchine.

Si percorre a sinistra la strada per circa 30 metri per poi imboccare a destra il sentierop che prosegue fino a un bivio del quale si prende il ramo destro. In seguito si incrocia una strada ghiaiata: si tratta del sentiero Matilde che si segue svoltando a sinistra. Si prosegue fino alla località Colle del morto dove si incrocia la strada asfaltata che si attraversa per imboccare il sentiero di fronte. Dopo pochi minuti di percosrso sterrato si confluisce nuovamente sulla strada che si percorre per alcuni metri per riprendere il sentiero a sinistra e giungere ad una strada ghiaiata nella quale si volta a destra. Questa in breve si porta parallela alla strada asfaltata fino a ricongiungersi nuovamente con essa. Percorsi circa 150 metri di strada asfaltata in salita da destra riparte il sentiero in mezzo al bosco che sbuca ancora sulla strada da attraversare per roprendere la carreggiata che porta al rifugio Prati Fiorentini e alla località S. Geminiano.

Dalla chiesa si prosegue in salita sulla strada sterrata per 500 metri fino al bivio che si imbocca s sinitra: dopo 150 metri circa, nei pressi di un altro bivio, si tiene la destra in salita per attraversare due piste da sci e raggiungere il crinale. Si prosegue dritto ignorando i sentieri che si dipartono dal crinale fino a giungere al Passo delle Radici.

Oltrepassato l'albergo si imbocca a destra il sentiero in discesa in prossimità dello skilift. Il percorso che qui coincide con il sentiero Matilde e il sentiero Spallanzani aggira i contrafforti del monte e giunge, dopo circa un'ora di cammino a S. Pellegrino in Alpe.

 


Frassinoro

Scheda


Secondo la tradizione il nome deriva da una antica immagine della Madonna che, di notte, appesa ad un frassino, irradiava luminosi raggi d'oro. Beatrice (madre di Matilde) fondò nel 1071, proprio nel luogo dove sorgeva una cappelletta eretta in onore del "frassino d'oro" l'Abbazia di Frassinoro, complesso monastico benedettino che esercitò fino al XIV secolo il dominio su tutto il territorio a cavallo delle vallate del Dolo e del Dragone. Il complesso venne distrutto da una frana nel XV secolo e la chiesa attuale è frutto di diversi interventi anche di epoca moderna. Dell'antica abbazia sono conservati numerosi frammenti scultorei quali le colonne della torre campanaria. L'interno della chiesa a tre navate sorrette da basse colonne ad ampio raggio presenta una bella copertura lignea. Nel secondo pilastro a sinistra è incastrato un importante bassorilievo triangolare risalente all'XI secolo (ma da alcuni ritenuto un frontone sepolcrale di origine longobarda) raffigurante un personaggio a braccia aperte circondato da griffi alati. Nella canonica è conservata la "colomba eucaristica" una pisside in rame dorato e martellato ed inciso della fine del XII secolo. Questo rarissimo oggetto veniva posato su di un piatto e sospeso, tramite catenelle, sull'altare. Opera di maestranze orafe di Limoges, testimonia i rapporti tra la Badia e i monasteri francesi nei secolo XII-XIV.


Madonna di Pietravolta

Scheda


Le prime notizie riguardanti Pietravolta risalgono al 1222 come località attraversata dalla Via Bibulca e successivamente nel 1306 in un trattato tra Modena e Lucca. Nel '600 esisteva già una cappella dedicata alla Beata Vergine della Neve che costudiva un quadro ritenuto miracoloso. La chiesa attuale risale al XVIII secolo ed è stata oggetto di numerosi lavori di ristrutturazione.

 


I prati di San Geminiano

Scheda


Formano un'area pianeggiante a ridosso del crinale appenninico frequentata già in epoca antichissima come testimonia il ritrovamento di una punta di freccia in selce probabilmente risalente al neolitico.

Nell'XI secolo qui sorgeva un ospizio per i viandanti che percorrevano la via Bibulca citato per la prima volta nel 1105 e di cui oggi nulla rimane. L'oratorio risale al 1632 ed è stato ricostruito nel '900.


San Pellegrino in Alpe

Scheda


Trovandosi prossimo al valico S. Pellegrino in Alpe rappresentava il luogo privilegiato per la sosta di pellegrini e viandanti. L'ospizio è documentato a partire dal 1110 ma la tradizione lo vuole fondato nel VII secolo da S. Pellegrino stesso. Fu ampliato nel XIII secolo e ricostruito nel 1462. Accanto sorge il santuario dei Santi Pellegrino e Bianco che accoglie un tempietto con i corpi imbalsamati.La chiesa è stata ricostruita più volte nel corso dei secoli ma presenta ancora alcuni elementi di architettura e scultura di epoca medioevale. Vicino a S. Pellegrino in Alpe si trova la località detta "Il giro del Diavolo". Secondo la tradizione il diavolo, infuriato con il Santo per la sua resistenza alle tentazioni, lo prese a ceffoni, facendolo ruotare per tre volte su se stesso. La valletta sottostante accoglie cumuli di pietre formatisi in seguito alla secolare consuetudine dei viandanti di caricarsi di sassi per penitenza o per voto e poi depositarli in quella sede.