La Valle del Dragone

Presentazione

La Valle del Dragone si estende, da sud verso nord, per circa 20 chilometri da S. Pellegrino in Alpe (1.700 metri s.l.m.) alla confluenza del fiume Dragone nel Dolo (300 metri s.l.m.). Ad ovest i monti Roncadello (m. 1353) e Modino (m. 1414) la separano dalla Valle del Dolo mentre ad est è delimitata dal Sasso Tignoso (m. 1492), dall’Alpesigola (m. 1642), dal monte Cantiere (m. 1618) e dai monti Spino (m. 1070), San Martino (m. 1053) e S. Giulia (m. 935).

La faggeta, dal ricco sottobosco, e aree da pascolo caratterizzano la parte alta della Val Dragone. Lungo le pendici delle cime più elevate domina la spoglia prateria d’altura.

Nelle aree inferiori si sviluppano castagneti e querceti.

La fauna è rappresentata dalla faina, la puzzola, la martora, la donnola, la volpe, il tasso, il ghiro, lo scoiattolo, la lepre, il riccio. Il cinghiale, liberato a fini venatori nei boschi di crinale, vi si è riprodotto in gran numero.Oggi è anche possibile incontrare daini, caprioli e cervi. Ultimamente sono stati avvistati anche lupi.

I gallinacei più comuni sono il fagiano, la starna, la pernice, la quaglia. Si possono osservare passeri, merli, cardellini, cincie, falchi. In autunno, di passaggio, provenienti da settentrione, il tordo, la beccaccia, l’allodola e colombacci. 

Non rari, soprattutto dopo inverni particolarmente miti, l’incontro con rettili, comprese vipere.

L'economia si fonda sull'agricoltura, il commercio, l'artigianato, la piccola industria e il turismo.

La Val Dragone oltre alle bellezze paesaggistiche offre motivi d’interesse storico-artistico, legati prevalentemente alle vicende medioevali.


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