la Luna nuova |
Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni |
Editoriali&Terza pagina
Raccolta degli editoriali e della rubrica "Senz'offesa" pubblicati sul periodico
la Luna nuova - Dicembre 2005 |
Editoriale |
Montagna e montanari
"Le montagne
dovrebbero essere una patria per le persone che vorranno viverci."
(R. Messner)
di
Fabrizio Carponi
In questi giorni freddi e rallentati mi sono dedicato alla lettura di testi e
pubblicazioni locali e fra gli altri ho riletto anche alcuni numeri della
"Luna". La mia non è stata la solita lettura coinvolta, di parte in causa, come
è di solito quando "fac-ciamo" il giornale, ma più tranquilla e distaccata, come
se leggessi un buon libro davanti al caldo fuoco del camino.
Mi sono così accorto di come molto spesso vengano usati i termini montagna e
montanari. Noi montanari… la nostra montagna… l'orgoglio di essere o avere
radici montanare…
Purtroppo mi sono anche reso conto che spesso questi termini vengono usati a
sproposito o magari storpiandone il valore ed il significato.
Questioni di campanilismo, di clan, di piccole lobby di potere vengono spesso
mascherate o confuse con valori e ideali, con cui poco hanno a che fare. Con mio
grande rammarico, invece ho constatato che quando si tratta di questioni
importanti per il nostro territorio come sviluppo, ambiente, status sociale,
recupero dell'identità e della cultura locale… questi importanti valori vengono
messi in secondo piano o addirittura neanche contemplati. Provo quindi, in
queste poche righe, definire quello che io ritengo il loro giusto significato.
Lo faccio prendendo in prestito alcuni brani scritti da un grande della
montagna: R. Messner.
"Dobbiamo essere Montanari Coscienti in grado di unire tradizione ed
innovazione, sensibilità storica con capacità di decidere da soli il nostro
futuro, senza aspettare che lo facciano gli uomini ed i soldi della pianura…
Montanari quindi, per i quali vivere in montagna diventa anche una scelta di
vita e di stile… Montanari consci della propria specificità e del fatto che le
montagne sono una diversa dall'altra e quindi non esiste una sola ricetta per il
futuro… Montanari non lo si è solo per nascita ma anche per vocazione. Penso
quindi che tutti, io per primo, dovremmo imparare ad essere montanari etici e
consapevoli. Consapevoli del proprio importante ruolo nel delicato ecosistema
economico, sociale ed ambientale quale è la montagna in cui viviamo.
Forza quindi, cari montanari, abbiamo molto lavoro da fare partendo dalle nostre
realtà ma tenendo sempre lo sguardo alto… verso le altre montagne del mondo".
Terza pagina |
Ho mangiato petto di pollo!
di
Gabriele Monti
Oggi, a pranzo, ho
mangiato petto di pollo.
Mangiare pollo fino a poco tempo fa era una cosa del tutto normale, ma oggi,
dopo il "martellamento" della TV, fa una certa impressione e sembra quasi una
sfida.
Dopo un primo, penso comprensibile, disorientamento, in seguito al quale avevamo
sospeso il consumo di pollo o derivati, la settimana scorsa, in accordo con mia
moglie, abbiamo deciso di ricominciare a mangiarli. Siamo arrivati a questa
decisione dopo che ci siamo resi conto che quella dell'influenza aviaria è una
montatura bella e buona; non riesco a capire esattamente perché o che cosa ci
sia dietro, ma ho capito che nasconde qualcosa.
I fatti:
1. Il virus dell'influenza aviaria è presente nel sud-est asiatico da almeno due
anni; nel 2003 sono stati soppressi milioni di volatili e alcune decine di
persone sono morte già allora, nulla di più. Ora si ripresenta lo stesso virus,
con le stesse caratteristiche di pericolosità nei confronti dell'uomo e succede
il finimondo: arriva la pandemia! Termine questo usato forse per la prima volta
dai nostri giornalisti, ma che rende molto bene l'idea di una tragedia
imminente.
2. Il vaccino: quasi tutti sanno che per preparare un vaccino occorre che si
isoli il virus su cui lavorare. E' la condizione indispensabile. Nel caso della
normale influenza, quella che prendiamo quasi tutti gli anni intorno a Natale,
il virus si è già manifestato in altre regioni del mondo da alcuni mesi in modo
che gli studiosi hanno avuto il tempo per preparare un vaccino efficace. Ora ci
hanno detto che il virus H5N1 si trasmette da pollo a pollo, e che può
contagiare anche l'uomo quando questo entra in contatto diretto con l'animale
malato o ne mangi la sua carne cruda o le uova.
In realtà non si è mai verificato un contagio da uomo a uomo, situazione questa
sì che sarebbe pericolosa. Allora perché si sono presentati politici o "esperti"
con calcoli di quanti vaccini sarebberro occorsi o persino con previsioni di
migliaia di morti divisi in Stati e Continenti?
Perché ci hanno provocato la paura di mangiare carne di pollo quando si sa che
il pollo che si consuma in Italia, prodotto in Italia, è totalmente sicuro?
Perché ci hanno fatto correre a fare incetta di vaccini antinfluenzali (quest'anno
sono diventati introvabili!) quando non ci sono prove di efficacia nel caso
arrivasse il virus "mutato", pericoloso per l'uomo, di questa vaccinazione?
Senz'altro da questa vicenda ci hanno guadagnato le case produttrici di vaccini
e di farmaci antivirali. Ma queste multinazionali sono diventate così potenti da
poter condizionare scelte a livello mondiale?
Altra considerazione: questa vicenda ha messo in evidenza, se mai ce ne fosse
stato bisogno, il potere dei mezzi di comunicazione che si sono buttati a
capofitto in una vicenda potenzialmente drammatica su cui si possono costruire
scenari tragici... e allora ti rendono conto del povero tacchino che viene
trasferito con un aereo, tutto per lui, dalla Croazia a Londra; oppure
costruiscono un caso per qualche oca morta, trovata qua e là per l'Europa per
poi scoprire che si tratta di morti assolutamente naturali.
Alla fine si é ottenuto soprattutto di mettere in seria difficoltà il settore
avicolo con crollo delle vendite di polli e affini.
Concludendo: mangiamo il pollo, che non è mai stato così sicuro come adesso e
costa anche poco... il che non è male.
Buon appetito!
A pagina 10 e 11 pubblichiamo un articolo che cerca di fare chiarezza
sull'influenza aviaria e i rapporti con una eventuale pandemia.