la Luna nuova |
Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni |
Editoriali&Terza pagina
Raccolta degli editoriali e della rubrica "Senz'offesa" pubblicati sul periodico
la Luna nuova - Marzo 1999 |
Terza pagina Senz'offesa |
Una proposta per la montagna
di
Massimo Montanari
La transumanza sui sentieri, l'epopea della castagna, la decifrabilità delle pietre scalpellinate sono un universo di inestimabile potenzialità conoscitiva
La risorsa della montagna che esiste ma non decolla è
ormai un argomento usato e ricco di sproloqui. L'ambiente, la cultura, il
patrimonio storico sono ingredienti che non vanno parimentati a statistiche
o censimenti ma necessitano di supporti di fiducia da parte delle
istituzioni e soprattutto da coloro che frequentano la montagna.
L’Appennino è un libro di storia che insegna alle generazioni future la
quotidianità di una esistenza che segue comunque regole semplici e vitali.
La transumanza sui sentieri, l’epopea della castagna, la decifrabilità delle
pietre scalpellinate e tanto altro ancora sono un universo di inestimabile
potenzialità conoscitiva.
L’Appennino è un insieme di proposte che debbono essere portate alla ribalta
ogni giorno per costruire uno sviluppo legato alla terra. Sono tante le
persone che in silenzio nel loro quotidiano producono prospettive per questa
terra, ci sono persone che dedicano la vita a questa terra curva ed arcigna.
Siamo in tanti ad amare dal vero questo territorio e come tanti conosco i
possibili sviluppi che in futuro una politica non solo di salvaguardia
ambientale ma nel contempo di incentivo turistico possono produrre.
Un appello questo ai giovani perchè è a loro che una nuova coscienza di
gestione delle risorse del territorio deve portare a materializzare i tanti,
troppi, discorsi teorici fino ad ora fatti.
Noi in Appennino vi lavoriamo, cercando di creare una cultura del turismo
alternativo legato all’ambiente, che in una era europea come la nostra, è la
strada da percorrere.
L’agriturismo, l’ospitalità rurale, un sistema museale che recuperi la
storicità contadina e tante altre risorse possono e debbono essere
intraprese.
Creare una cultura di rispetto, di conoscenza e di accettazione di una
biodiversità di un territorio, ai visitatori la raccomandazione di arrivare
e transitare in punta di piedi, anzi di scarponi, di venire in Appennino
accarezzando le sue componenti umane e naturali e non di appropriarsi di
inutili trofei, o di ricordi che sfioriscono al primo giorno cittadino.
Venire in Appennino è ricollegarsi con un universo che a riscoprirlo riporta
un ondata di salubrità intellettiva e fisica che non abbisogna di ricordi
materiali.
Agli abitanti la supplica di appropriarsi di una filosofia dell’accettare e
di una ospitalità improntata sulla tolleranza e cortesia, ingredienti
primari per creare una prospettiva di ricettività che si ripercuota in modo
economicamente positivo sul territorio, partendo dal presupposto che
l’ospite è una risorsa e non un disturbo. L’Appennino ha bisogno di
rispetto, da parte di tutti, ha bisogno di fiducia, ha bisogno di giovani
che cerchino un’altra via, più naturale e libera rispetto a quelle
dell’ufficio e delle fabbriche, per cercare di avere un nuovo rapporto con
la terra.
Un rapporto che cerchi di unire il buon raccolto alla buona qualità dei
prodotti che l’aria e la terra dei nostri monti aiutano a produrre. Alle
istituzioni spetta, invece, il compito di aiutare ed incentivare
economicamente le iniziative che riguardano le possibilità che l'ambiente
può dare ai giovani che vogliono cimentarsi in tanti lavori alternativi.
A noi, associazioni, imprenditori del turismo e a tutti coloro che in
montagna e nel suo ambiente già ci vivono, il compito di non abbassare la
guardia e di proporre sempre nuove soluzioni affinchè questo territorio non
solo continui a vivere, ma insegni ai grandi agglomerati urbani che la
qualità di vita inizia anche sentendo il profumo delle castagne o il rumore
del "ruoto" e della macina laggiù nel fiume che ancora come sempre lento
scorre.