MONTEFIORINO, NOVEMBRE 1429


La cacciata dei Montecuccoli

 

 

Rocca di Montefiorino

 

 

 

Già da tempo si respirava aria di rivolta. Soprattutto a Vitriola, dopo che all’incaricato del Potestà Andrea Fogliani, tal Gilsberto da Vedriola, hanno tagliato la lingua per impedirgli di confessare, sotto tortura, un certo delitto.

I fratelli sono andati di villaggio in villaggio dicendo che l’avrebbero duramente vendicato, trovando consensi ed appoggi tra la gente comune ormai stanca ed esaperata dalla tirrania dei Montecuccoli.

All’alba del 25 novembre, come di consueto, si apre la porta della Rocca, quella verso Frassinoro, ed entrano i contadini, che portando le loro misere merci, si apprestano ad iniziare il mercato che si tiene nello spiazzo. Poco più tardi escono dalle loro case gli uomini adetti alla spalata della neve.

E’, o almeno sembra essere, una giornata come tante altre.

Ad un tratto gli spalatori si gettano sulle guardie, alzano la pesante grata ed impprovvisamente inizia l’assalto alla Rocca. Da ogni parte sbuca gente che tenta di entrare, e ci riesce. La confusione è indescrivibile. Le guardie, colte di sorpresa, sono subito in difficoltà. All’interno della Rocca il terrore, ed una ventina di persone tra nobili, famigliari e servi (tra loro Andrea Fogliani, Pietro e Guglielmo Montecuccoli) si precipitano nel cunicolo che dalla Torre di S. Michele sbuca all’esterno della Rocca lungo il pendio. Fuggono verso Savoniero, vestiti sommariamente, tracciando la neve, poi verso Polinago, dove li accoglie Alberguccio da Montecuccolo. Intanto dalla Rocca di Montefiorino si leva un denso fumo nero.

Successivamente Nicolò III, il marchese di Ferrara, ricompenserà il popolo montanaro col dono di due ricchi mulini di proprietà dei Montecuccoli ed assogetterà Montefiorino con la promessa, però, di non affeudatarlo mai più senza il consenso degli abitanti. A Modena brucerà in piazza il diploma con cui l’imperatore Carlo IV aveva ceduto nel 1396 Montefiorino in feudo ai Montecuccoli.

 


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