I mestieri di una volta. PANIFICAZIONE.


Alla base dell'alimentazione cera il pane. Veniva prodotto in ambito domestico ed assumeva una importanza rituale cui contribuiva tutta la famiglia. La sera la rešdura (casalinga) prendeva u alvadur (lievito), lo immergeva in un bašlott (bacile) di acqua tiepida e lo ammorbidiva con le mani fino a farlo sciogliere. Il giorno seguente, di buon mattino, setacciava la farina, recuperando u rëml  (crusca, usata come cibo per le galline). Ad impastare spesso contribuiva anche il marito. Si formavano le pagnotte e si lasciava alvar  (lievitare) l'impasto sotto teli e coperte. Contemporaneamente si scaldava il forno utilizzando soprattutto spini secchi. Quando il forno era in temperatura con u špazzun de furn si rimuovevano le braci raggruppandole verso l'apertura del forno. A questo punto si infornava l'impasto incidendo le pagnotte con l'immancabile croce di buon auspicio, si aspettava all'incirca un'ora, quindi e ścavava e pan. Prima di riporlo in dla cardenza de pan  il pane veniva pulito da eventuali braci rimaste appiccicate.

Ci hanno sempre raccontato che il pane fresco faceva male, ma anche questa era pura e semplice economia montanara.